
In questo giugno bollente si sono accesi gli animi anche negli studi di La7, in particolare in quelli di Piazzapulita, dove Matteo Renzi e Italo Bocchino hanno dato vita a una discussione incandescente. Il senatore di Italia viva e il direttore editoriale de Il Secolo d'Italia non sono nuovi a duelli verbali in tv e questo si aggiunge alla lunga lista che è destinata anche a crescere ulteriormente nei mesi futuri. Tutto è iniziato da Matteo Renzi, che è intervenuto a gamba tesa sul decreto Sicurezza recentemente approvato in parlamento.
"C'è un problema che Italo Bocchino non può dire per i suoi rapporti d'amicizia, che ha un nome e cognome, si chiama Alfredo Mantovano… Fammi finire Italo", ha attaccato il senatore di Italia viva, cercando di sovrastare il direttore che, nel frattempo, ha cercato di interromperlo per intervenire: "Ma come fai a dire queste cose vergognose? Ma solo perché i servizi segreti ti hanno tolto la scorta fai così, dai ti ha dato i poliziotti va bene lo stesso". Renzi, a quel punto, ha reagito: "Questo è un atteggiamento così demagogico e non ti devi preoccupare per la mia scorta, io non ho problemi, ho rinunciato anche ai poliziotti. Alfredo Mantovano, con la scusa di fare la guerra alle toghe rosse, sta prendendo i pieni poteri come toga bruna, vogliamo dire così?". Ma Bocchino a quel punto lo stronca: "Sta servendo lo Stato".
Renzi, innervisito, a quel punto cerca di usare il sarcasmo, dicendo che "ancora nei pieni poteri non c'è la possibilità di zittire l'opposizione. Vi piacerebbe ma non ce l'avete". Una solfra trita e ritrita quella di Renzi, che conosce molto bene i meccanismi televisivi e come funzionano i confronti, che ha voluto cercare l'expolit con il solito vittimismo di opposizione che sventola, in maniera più o meno velata come in questo caso, il fantasma dell'autoritarismo di Stato. La rissa verbale è poi proseguita con l'interpretazione di alcuni articoli del Decreto Sicurezza da parte di Matteo Renzi, al quale Bocchino ha spiegato che sono tutti orientati sulla "sicurezza dello Stato". Quindi, Renzi ha accusato il direttore: "Tu cerchi la rissa".
Il senatore, da bravo oratore qual è, ha mischiato numerosi temi che con il decreto Sicurezza c'entrano relativamente per costruire una narrazione in linea con quella dell'opposizione, ma con scarsi riscontri reali, per l'Albania e non solo.