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Le toghe gelano gli anarchici: Cospito resta al 41 bis

La Corte di Cassazione ha rigettato il ricorso della difesa. Forza Italia: "Lo Stato non arretra". L'ira degli anarchici: "Assassini, saranno responsabili di tutto quello che succederà"

Le toghe gelano gli anarchici: Cospito resta al 41 bis
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Nessuno sconto: Alfredo Cospito resta al 41 bis. È questa la decisione presa dalla Corte di Cassazione, che ha rigettato il ricorso presentato dalla difesa dell'anarchico attualmente detenuto nel reparto penitenziario dell'ospedale San Paolo di Milano. Dunque per l'uomo, in sciopero della fame da oltre 120 giorni, alla fine è stato deciso di non revocare il regime di "carcere duro": la decisione è arrivata al termine della camera di consiglio dei supremi giudici della prima sezione penale.

La Cassazione conferma il 41 bis per Cospito

Non solo: il ricorrente è stato condannato al pagamento delle spese processuali. All'annuncio della scelta sulla conferma del 41 bis in Piazza Cavour a Roma, davanti alla Corte di Cassazione, i manifestanti anarchici sono rimasti qualche secondo in silenzio e poi in coro hanno urlato: "Assassini, assassini". "Saranno responsabili di tutto quello che succederà", ha inoltre aggiunto qualcun altro.

Le reazioni politiche

Sono arrivate puntuali le reazioni del mondo della politica. Alessandro Cattaneo, capogruppo di Forza Italia alla Camera, ha assicurato che "lo Stato non arretrerà né si lascerà condizionare dalle nuove e gravissime minacce degli anarchici". Da qui l'invito a tutti i partiti ad assumere una posizione di responsabilità, "perché di fronte a queste minacce dobbiamo remare tutti nella stessa direzione".

Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d'Italia alla Camera, ha fatto notare che la decisione della Cassazione "fa calare definitivamente il sipario sulla richiesta di sospensione del regime di detenzione duro 41 bis per l'anarchico Alfredo Cospito". L'esponente di FdI ha invitato ad abbassare i toni "di uno scontro che ha registrato episodi di violenza inaccettabili" e ha rivendicato il fatto che "lo Stato conferma di non indietreggiare di un passo di fronte alle provocazioni".

Matteo Salvini ha affidato il suo pensiero al proprio canale social su Twitter. Il vicepresidente del Consiglio e ministro delle Infrastrutture, nonché segretario della Lega, ha scritto che "non saranno violenza o minacce a cambiare leggi e sentenze".

Per Maria Elena Boschi del Terzo Polo "sono decisioni che la legge rimette alla magistratura che ha valutato tutti gli elementi a disposizione". La deputata renziana ha ribadito il principio per cui le decisioni della magistratura vanno rispettate, "a prescindere dalle valutazioni di carattere umano e umanitario nei confronti di una persona che sicuramente è in un momento di difficoltà di salute fisica oggettiva".

La difesa di Cospito: "Volevano il martire"

Come riportato dall'Adnkronos, l'avvocato Flavio Rossi Albertini ha dichiarato che "leggendo i pareri favorevoli della Dna, Dda, Dap inviati al Ministro avevamo capito che la decisione ministeriale fosse stata politica e non giuridica". Il difensore di Cospito ha confessato che in seguito alla lettura della requisitoria del pg Gaeta "pensavamo che il diritto potesse tornare ad illuminare questa buia vicenda". Tuttavia la decisione intrapresa questa sera "dimostra che ci sbagliavamo".

"Volevano il martire e lo avranno. Avevo maturato qualche speranza dopo che per ben due volte la Cassazione aveva anticipato l'udienza e soprattutto dopo il parere del pg della Cassazione. Hanno deciso così perché si sentono forti dal momento che hanno l'opinione pubblica a favore", sono le parole attribuite dall'Agi a Flavio Rossi Albertini.

Il sit-in degli anarchici

Questa mattina in Piazza Cavour a Roma, di fronte alla Cassazione, si è tenuto un presidio di circa 100 anarchici in solidarietà con Cospito in attesa della decisione dei supremi giudici. Sono stati esposti diversi striscioni contro il 41 bis. Fin da subito la zona è stata presidiata dalle forze dell'ordine. Ai lati estremi dell'ingresso principale della Cassazione erano situati la polizia e numerosi agenti, anche in borghese.

"Fuori Alfredo dal 41 bis", è stato uno dei cori pronunciati. Non sono mancati momenti di tensione con i giornalisti: in particolar modo un cameraman che stava riprendendo uno striscione è stato spintonato da alcuni presenti.

Comunque il tempestivo intervento da parte degli uomini della Digos ha ristabilito immediatamente l'ordine e ha portato la situazione alla calma.

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