Cultura, calcio, gossip: i tanti volti di Giovanna Melandri

L'ex ministro dei Beni culturali e delle Attività giovanili ha abbandonato la politica più di dieci anni fa, ma di certo non le sono mancate le tante esperienze professionali anche dopo avere lasciato il Parlamento

Cultura, calcio, gossip: i tanti volti di Giovanna Melandri

È stata sicuramente una delle protagoniste della storia recente della politica italiana, avendo occupato la scena pubblica parlamentare e istituzionale per circa una ventina d’anni. Nonostante si sia allontanata dai vari Montecitorio e Palazzo Chigi da più di un decennio, Giovanna Melandri, è sempre stata ampiamente considerata per vari ruoli apicali di responsabilità legati direttamente e non al mondo della politica. Ripercorriamo la sua carriera e scopriamo cosa fa adesso l'ex deputata di sinistra.

Gli inizi in Montedison e l'ingresso in politica

Giovanna Melandri nasce a New York il 28 gennaio del 1962. Si laurea con lode in Politica Economica all'Università di Roma con una tesi sulla riforma fiscale del 1981 di Ronald Reagan, per poi cominciare subito a lavorare nei primi anni Ottanta in Montedison. In questa azienda la Melandri ha il ruolo di coordinare un gruppo di ricerca sulla politica industriale e l'innovazione tecnologica: il proprio incarico andrà avanti fino al 1987. Passa un anno ed eccola venire designata come Responsabile dell'Ufficio Internazionale di Legambiente, coordinatrice del Comitato scientifico. Sempre in questo periodo è anche componente della segreteria Nazionale dello stesso Ente ecologista. Nel frattempo, però, decide di entrare in politica: è il 1992 e la Melandri si iscrive al Partito Democratico della Sinistra (Pds). Inizia qua la sua lunga carriera nei "palazzi del potere".

La Melandri è tutt'altro che una sprovveduta e il bagaglio di esperienze e di conoscenze che si porta appresso è notevole: merito anche (per non dire soprattutto) del fatto di essere bilingue italiano/inglese, di possedere un'ottima conoscenza del francese e una discreta padronanza della lingua tedesca. E così, con le elezioni Politiche del marzo 1994, fa il suo ingresso alla Camera dei Deputati con il Pds (poi diventato col tempo Ds e Pd), dove rimarrà fino al 2012. Nella sua prima legislatura parlamentare è membro della Commissione Esteri, presiedendo il Comitato per i diritti umani e quelli legati all'infanzia, nonché facendosi promotrici della legge contro la violenza sessuale. Dal 1996 al 1998 (biennio del primo governo Prodi) fa parte della Commissione Cultura: tante sono le proposte di legge presentate dalla Melandri, soprattutto in materia di adozione, bioetica, fecondazione assistita e comunicazione.

Melandri ministro con i governi D'Alema e Prodi

Nel 1998 cade l’esecutivo presieduto da Romano Prodi e gli subentra Massimo D'Alema: grazie alla sua permanenza a Palazzo Chigi (insieme a quella immediatamente successiva di Giuliano Amato) è ministro dei Beni e delle Attività culturali. Durante quei tre anni vengono realizzati molti cantieri di restauro grazie all'introduzione di fonti straordinarie di finanziamento (es. Fondi del Lotto) e avviate politiche per l'arte contemporanea e l'architettura. I cinque anni all’opposizione della sinistra (2001-2006) fanno sì che la deputata dei Ds diventi una dei componenti della Commissione Affari Esteri e anche della Commissione di Vigilanza sulla Rai.

Il quinquennio in minoranza delle forze della sinistra termina con le elezioni per il rinnovo del Parlamento dell'aprile 2006: Prodi ritorna a Palazzo Chigi e Giovanna Melandri viene nominata ministro senza portafogli delle Politiche giovanili con delega anche allo Sport. Nella breve 15esima legislatura si rivelerà fondamentale un provvedimento che prende il nome proprio dall'esponente politica e che è rimasta in vigore per 15 anni: la legge Melandri sui diritti televisivi sugli eventi sportivi. Più nello specifico, è il decreto legislativo 9 gennaio 2008 n. 9. La durata massima di 3 anni, per quanto concerne i contratti di assegnazione televisiva, è salita fino a 5 con l'ultimissima legge di bilancio dello scorso inverno. È l’ultima importante normativa a livello nazionale di cui si è fatta carico la Melandri. Pochissimi mesi più tardi, infatti, le Camere si scioglieranno anticipatamente e il neonato Partito Democratico si ritroverà tra i banchi delle opposizioni, con l'onorevole italo-americana che rifarà parte della Vigilanza sulla Rai fino al 2012.

La vita post-politica

Ma che fine ha fatto Giovanna Melandri? Durante il governo Monti, il ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi l'aveva nominata alla presidenza della Fondazione MAXXI - Museo nazionale delle Arti del XXI secolo, assumendo la guida anche con funzioni esecutive. Dopo più dieci anni, le è subentrato in questo ruolo Alessandro Giuli. Di certo, non è rimasta per nulla sprovvista di lavoro: dal 2016 è infatti presidente dell'associazione Social Impact Agenda per l’'talia, mentre dal 2012 è presidente di Human Foundation (che lei stessa ha fondato). Fa parte del Comitato Scientifico della European Environment Foundation e, dal 2021, è anche membro del Comitato Consultivo Italia di Unicredit. Una piccola curiosità sulla sua vita privata riguarda un vecchio gossip: nel 2002 venne paparazzata sul lungotevere di Roma mentre baciava il compositore musicale premio Oscar Nicola Piovani.

Il compagno della deputata, Marco Morielli, consegnò alla storia del costume italiano una battuta memorabile: "Siamo giovani, siamo aperti, io sono di sinistra". Fine delle polemiche. I due si sono poi sposati nel 2009 e hanno una figlia.

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