Roma - La persona sbagliata al momento sbagliato nel posto sbagliato. La vicenda politico-giudiziaria del ministro Nunzia De Girolamo nasce in questo modo: da quelle strane circostanze che concentrano su un unico individuo il peso di eventi dei quali non è responsabile. Con le registrazioni abusive - effettuate nel 2012 dall'ex direttore amministrativo dell'Asl di Benevento, Felice Pisapia, ora indagato - De Girolamo è stata «crocefissa» sul Fatto e su Repubblica. Il segretario del Pd, Matteo Renzi, e i suoi amici hanno ora una carta da giocare per accelerare il rimpasto di governo. E per far capire - tanto a Letta quanto a Napolitano - che non possono più dare le carte come hanno fatto nei casi degli «incidenti» capitati ad Alfano, Cancellieri e Saccomanni nei mesi scorsi. E ieri sera Alfano ha difeso il ministro a Che tempo che fa su Raitre: «Sono indignato, non si dimetterà. Letta e Renzi non scarichino sugli italiani i loro nodi». La tattica si può leggere in controluce sulle pagine di Repubblica che, da quando si è intestata autonomamente la qualifica di house organ del nuovo Pd renziano, spara a palle incatenate contro l'esecutivo. La dimostrazione è anche nelle quattro pagine (con la prima) dedicate dal quotidiano diretto da Ezio Mauro alla giovane Nunzia. Ciò che fino a ieri la rendeva «presentabile» - essere sposata con il lettiano Francesco Boccia, l'indole moderata e la ricerca del compromesso - è diventata un'aggravante. A tal punto che il suo team al ministero viene ritratto come un coacervo di fedelissimi e di persone vicine al consorte e che il pasticcio sulla «resurrezione» di Federconsorzi è diventato una sua responsabilità personale piuttosto che del Tesoro. Un trattamento di «riguardo» che, invece, è stato risparmiato ai suoi colleghi.
Ora che la musica è cambiata l'esecutivo Letta è il nuovo bersaglio mobile. Con questo assist «al bacio» i renziani sono andati in goal. Prima ieri mattina il ministro Graziano Delrio, vicinissimo al sindaco di Firenze, ha sottolineato che «se a seguito della nuova agenda del governo ci sarà bisogno di rinnovare le persone, credo che il presidente del Consiglio e il presidente della Repubblica lo valuteranno molto seriamente». Poi, in serata, quattro parlamentari del Pd (i deputati Anzaldi e Taricco e i senatori Cantini e Moscardelli) hanno chiesto al ministro di riferire durante il question time. Una posizione nella quale si può giocare di sponda con i grillini. Così il giovane ministro è stato costretto a difendersi in solitudine. «Sono disponibile a chiarire al più presto in Parlamento gli aspetti di questa sconcertante vicenda che mi vede sottoposta a un linciaggio mediatico senza precedenti pur non essendo coinvolta nell'indagine, ma vittima di registrazioni abusive», ha dichiarato Nunzia De Girolamo ricordando che il proprio mandato «è nelle mani del presidente del Consiglio sin dal primo giorno». Le poche attestazioni di solidarietà, infatti, le sono giunte dai vertici del proprio partito, il Nuovo Centrodestra di Angelino Alfano, e da Forza Italia. A spendersi per lei, oltre al vicepremier, anche Fabrizio Cicchitto che ha usato un paragone storico.
«Passiamo dalla Stasi (la polizia segreta; ndr) della Ddr che spiava la vita di tutti i cittadini tedeschi, alla Stasi all'italiana», ha chiosato. «Caro Cicchitto, tutto vero nelle parole, ma nei fatti stai al governo con chi ha la tessera della Stasi», ha replicato Daniela Santanché. Parole dure ma difficilmente confutabili.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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