Il Tribunale del Riesame di Palermo ha rigettato il ricorso degli avvocati di Marcello Dell’Utri contro l’arresto dell’ex senatore, attualmente in stato di fermo in un ospedale di Beirut. Il Riesame, presieduto da Giacomo Montalbano, ha confermato l’ordine di custodia cautelare emesso dalla Corte di appello di Palermo, motivato col pericolo di fuga di Dell’Utri in vista della pronuncia della Cassazione che potrebbe definitivamente confermare la condanna a sette anni per concorso in associazione mafiosa. Un pericolo che era insussistente, secondo i legali dell’ex senatore del Pdl, i quali avevano argomentato che Dell’Utri, pur essendosi recato in Libano dov’è stato arrestato, non aveva alcuna intenzione di fuggire e lo proverebbe il fatto nel Paese dei cedri ha usato le sue carte di credito e il suo telefono cellulare, senza quindi adottare nessuna cautela per rendersi irrintracciabile. Il pg Luigi Patronaggio si era espresso per il rigetto del ricorso. L’udienza della Cassazione è fissata per il 9 maggio. Il 12 maggio invece scadranno i termi dell’arrestato previsti dalla legge libanese nei casi di richiesta di estradizione.
"È del tutto indimostrata - prosegue il Riesame - la circostanza secondo cui Marcello Dell’Utri sarebbe stato inviato a Beirut su preciso incarico, al fine di svolgere attività di supporto politico e/o professionale". Subito dopo l’arresto si era detto che Dell’Utri si sarebbe recato in Libano "su incarico di Berlusconi" per motivi politici.
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