Il poster che disillude: "Imparare un mestiere? Meglio che laurearsi"

La pubblicità di una scuola professionale: "Studi tanto e fai il precario o fai un corso e ti realizzi?". Purtroppo c'è del vero...

Il poster che disillude: "Imparare un mestiere? Meglio che laurearsi"

Un istituto professionale di Treviglio ha scelto di promuoversi diffondendo il manifesto riprodotto in questa pagina: contrapponendo, anche con una certa ironia, il destino di chi rimane per anni alle scuole superiori (e poi va pure all'università) senza infine trovare una strada e quanti, invece, ottengono una formazione assai più professionale e, anche per questo, hanno la chance di avere un lavoro carico di soddisfazioni.

Sul tema, ovviamente, si possono sviluppare considerazioni molto diverse. Una cosa è chiara: in Italia la contrapposizione tra chi studia e chi no, oggi, non coincide necessariamente con chi sa e chi non sa. Coloro che vivono entro il nostro sistema d'istruzione (monopolistico, autoreferenziale, burocratico, incapace di allontanare da sé quanti lavorano poco e male) sanno che la qualità di chi frequenta i licei e le università sta calando a vista d'occhio. È vero che abbiamo un gran numero di laureati sotto occupati rispetto al titolo di cui dispongono, ma questo non necessariamente vuol dire che siano sotto occupati rispetto alla loro formazione.

La strada che un ragazzo intraprende quando deve scegliere che scuola frequentare in molti casi ne segna il futuro. Un percorso che aiuti a trovare facilmente un lavoro può essere da privilegiare, ma non è affatto detto che questo sia l'unico o il principale elemento da tenere in considerazione. Perché se da un lato è vero che il lavoro si giustifica soltanto se qualcuno è disposto ad acquistarlo e quindi a finanziarlo (se è un servizio), d'altro lato bisogna considerare che questo non comporta affatto la rinuncia a quel mondo di valori, saperi e tradizioni culturali che ci mette in contatto con Shakespeare o sant'Agostino.

Le nostre università, però, in troppi casi hanno reciso il cordone che le collegava - storicamente - con il cosiddetto «canone occidentale» e con la grande tradizione alle nostre spalle. Negli anni scorsi varie facoltà hanno introdotto indirizzi di studio che non sono formativi sul piano culturale e nemmeno professionalizzanti. Ci si è smarriti all'inseguimento di tendenze dell'ultima ora che in molti casi sono svanite con la rapidità con cui erano emerse. Abbiamo moltiplicato i titoli di studio e le frustrazioni al tempo stesso.

La cinica contrapposizione rappresentata dal manifesto, allora, ci parla racconta anche e soprattutto del fallimento del sistema educativo di Stato.

C'è poi un altro aspetto che va evidenziato e concerne l'idea stessa di «sapere». Si è sempre valorizzato chi sa costruire un mobile, suonare uno strumento o condurre una fattoria. Sono attività che probabilmente non si apprendono primariamente in una scuola o grazie ai libri, ma che egualmente implicano conoscenze, know how, pratiche. Si tratta di abilità che in genere si trasmettono nel rapporto tra maestro e allievo, proprio perché solo in parte sono formalizzate e acquisibili tramite i libri.

Nel contesto americano da anni si discute sull'opportunità, o meno, di preservare e/o valorizzare quel tipo di formazione universitaria che prepara in maniera liceale più che conferire competenze professionali, ritardando quindi quest'altro tipo d'istruzione. Ci sono argomenti pro e contro, ma non in astratto: da valutarsi caso per caso.

Lo stesso vale da noi, poiché studiare giurisprudenza ha una sua dignità e lo stesso vale per l'apprendimento di competenze manuali. Il problema è che nell'uno e nell'altro caso abbiamo bisogno di istituzioni formative davvero al servizio dei giovani. In moltissimi casi, oggi, non è così.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica