DIRITTI TV, IL CAV PARLERÀ ALL'UDIENZA Legittimo impedimento, in aula a marzo

Alla fine anche i giudici della Corte d'appello si sono rassegnati a rinviare a dopo le elezioni il processo a Silvio Berlusconi: si tratta, in questo caso, del giudizio di secondo grado relativo alla vicenda dell'acquisto dei film americani da trasmettere in tv, che ha visto il Cavaliere condannato in primo grado a quattro anni di carcere. Nelle scorse udienze la Corte d'appello aveva rifiutato la richiesta di pausa elettorale avanzata dai legali di Berlusconi, e aveva anche respinto le istanze di rinvio motivate con gli impegni in campagna elettorale sia dell'imputato che dei suoi legali Niccolò Ghedini e Piero Longo, anch'essi candidati.


Ma ieri, di fronte ad una nuova richiesta di rinvio motivata con gli impegni elettorali di Berlusconi, la Corte ha mutato atteggiamento e ha deciso di aggiornare il processo al prossimo 1 marzo, quando verrà data la parola alla Procura generale per la requisitoria dopo che Berlusconi, come annunciato ieri, renderà dichiarazioni spontanee. La sentenza è prevista il 23 marzo.

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