"Disabile due volte, mi spiace per lui". Questa è solo una di una lunga serie di attacchi social che, dopo Veronica Passaretti, ora hanno colpito anche Emanuel Cosmin Stoica, disability manager di 26 anni, affetto da Sma, colpevole di aver presentato ad Atreju il suo libro dal titolo Scomodo come la verità.
"Imbarazzante. Peggio dei poveri che votano a destra ci sono i disabili che votano a destra. Qualcuno gli spieghi che in una società fascista non c'è posto per quelli come lui", è uno dei commenti più diretti. E ancora: "Spoiler: non avete idea di quante persone disabili siano intolleranti e sostengano queste idee". Ma non solo. "Che schifo di uomo. Eppure dovrebbe capire prima di altri cosa significa essere una minoranza" oppure "quando oltre che disabile sei pure rumeno e vuoi sentirti accettato", si legge ancora nello screenshot che Stoica ha pubblicato sul suo profilo. In questo caso, evidentemente, qualcuno a sinistra non deve aver apprezzato il fatto che Stoica, rumeno d'origine, abbia rivendicato con orgoglio di aver preso la cittadinanza italiana che non considera "un regalo", ma "un impegno" verso l'Italia tanto è vero che, sempre dal palco di Atreju, ha ringraziato così il nostro Paese: "L'Italia mi ha dato tanto. Mi ha dato cure, studio, possibilità. Mi ha permesso di vivere e di costruire una strada anche quando la mia fragilità avrebbe potuto fermarmi. Nulla di tutto questo era scontato, e io lo so bene. Per questo il mio rapporto con l’Italia non nasce dalla rabbia, ma dalla gratitudine. Non dal pretendere, ma dal riconoscere. Io sento di doverle qualcosa, perché quando avevo bisogno non mi ha voltato le spalle".
Idee che Stoica non ripudia, ma anzi difende nella didascalia che accompagna il post: "Non ti odiano perché sbagli. Ti odiano - scrive - perché non abbassi la testa". Secondo Stoica, "Basta dire quello che pensi, una volta sola, e diventi il nemico: disabile sbagliato, immigrato sbagliato, persona sbagliata". E questo è il metodo di chi non accetta un pensiero divergente: "Ti insultano, ti augurano il silenzio, ti spiegano che dovresti vergognarti di esistere. Sempre gli stessi. Quelli che predicano inclusione col dito puntato e l’odio in tasca". Stoica non ha dubbi: "Se non ripeti il loro slogan, sei da cancellare. Se non ti pieghi, sei “pericoloso”. E non ha problemi neppure a dipingere i suoi detrattori per degli intolleranti: "E poi hanno pure il coraggio di chiamarti fascista.
Loro, che non tollerano una voce fuori dal coro. Loro, che decidono chi può parlare e chi no". E infine: "Io continuo a parlare. Perché - conclude Stoica - il vero fascismo non marcia in camicia nera. Oggi veste arcobaleno e pretende il silenzio degli altri".