Politica

Dl costi politica, il governo incassa la fiducia alla Camera. Proteste delle Province contro i tagli

Province sulle barricate contro i tagli della spending review. E il governo incassa la fiducia sul decreto sui costi della politica

Bufera contro il governo. Dopo le proteste campanilistiche contro il riordino delle province, adesso arrivano quelle contro i tagli voluti dall'esecutivo in linea con la spending review. L'Unione delle Province italiane (Upi) alza le barricate e minaccia di chiudere i riscaldamenti nelle scuole.

Caustico il neopresidente dell'Upi Antonio Saitta secondo cui il "governo sta mettendo sotto i piedi la Costituzione, vengono abolite le Giunte, ditemi se non è questo autoritarismo". Con i tagli, le Province non avranno risorse sufficienti per provvedere ai servizi minimi, secondo Saitta, il quale ha minacciato: "Se il governo non vuole ascoltarci faremo comprendere ai cittadini come i tagli li priveranno dei loro diritti e cominceremo chiudendo le scuole prima del tempo questo inverno perché non abbiamo i soldi per pagare il riscaldamento delle aule".

Se tutto ciò non bastasse, tutte le Province italiane hanno deciso che faranno ricorso ai Tar contro i tagli varati dal governo: "Si tratta di una decisione non più rinviabile, visto che i 500 milioni di tagli imposti alle Province non sono sopportabili", ha annunciato Saitta.

Il provvedimento di riordino delle province ha sollevato polemiche anche all'interno del Pd che ha fatto sentire la sua voce attraverso il senatore Francesco Ferrante: "Il decreto legge sul riordino delle Province è un vero e proprio pasticcio, frutto di una fuorviante battaglia finalizzata al taglio dei costi della politica".

Nel frattempo, è iniziata la stretta ai costi della politica. Almeno a giudicare dal voto di fiducia al governo (che ha incassato alla Camera 424 sì, 78 no e 16 astensioni) pare che l'iter del decreto abbia cominciato il suo corso. L’Aula adesso dovrà esaminare gli ordini del giorno e votare il provvedimento martedì prossimo. Intanto però quello che è certo è che il testo è più annacquato rispetto a quello iniziale proposto dall'esecutivo.

Ci sarà il controllo della Corte dei conti sui bilanci delle regioni, ma non sarà un controllo preventivo di legittimità sui singoli atti (come prevedeva il testo originario). Prevista una stretta sulle spese di funzionamento delle assemblee regionali così come verrà ridotto il numero di consiglieri e assessori, verranno tagliate le loro indennità e sforbiciati i contributi ai gruppi consiliari.

Per le indennità di carica e per le spese per l’esercizio del mandato di consiglieri e assessori il tetto sarà equivalente al trattamento previsto nella Regione più virtuosa. Tetto analogo vale anche per l’assegno di fine mandato, mentre per i contributi ai gruppi consiliari il limite sarà dimezzato.

Le commissioni Affari costituzionali e Bilancio hanno introdotto anche un tetto agli assegni di fine mandato. Tra le misure originarie che permangono c'è il divieto di cumulo di indennità e di emolumenti, l’anagrafe patrimoniale degli amministratori regionali, l’istituzione di un sistema informativo dei finanziamenti dei gruppi politici e le riduzioni di spesa già previste per le pubbliche amministrazioni centrali. Previsti infine limiti severi ai vitalizi dei consiglieri regionali.

Sui contenuti del decreto non v'è certezza però. Perché le misure andranno rese operative entro il 23 dicembre prossimo, a patto che non vengano apportate modifiche statutarie nel qual caso le regioni avranno sei mesi di tempo per recepirle, pena il commissariamento e lo stop all’80% dei trasferimenti erariali, al netto di quelli per il trasporto pubblico locale e il servizio sanitario nazionale.

Stop a qualsiasi contributo per i gruppi composti da un solo consigliere, salvo quelli nati dal risultato elettorale. Tetti analoghi varranno per i vitalizi, da cui saranno esclusi i condannati per delitti contro la P.A.. Per gli enti locali sono previste misure in favore dei comuni in dissesto e il rafforzamento dei controlli e della trasparenza delle spese e dell’ equilibrio dei bilanci.

Un capitolo a parte è dedicato agli interventi per le zone terremotate di emilia e lombardia.

Commenti