DOMANDE & RISPOSTE

«Io sono per il partito dello stacco: riprendere ossigeno prima di affrontare ogni esperienza, senza esagerare». È questa la ricetta del comico Franco Neri.
Allora anche lei è un tifoso della pennichella?
«Diciamo di sì».
Perché diciamo?
«Perché non riesco a farla spesso. Però se c’è un divano mi stendo, appoggio le gambe su una sedia, coprendola con un foglio di carta per non sporcare, e poi chiudo gli occhi».
È una questioni di mobili allora...
«Anche il divano vuole la sua parte. Sul palco devo trasmettere tranquillità, avere la mente lucida e per far questo ho bisogno di staccare».
Alcuni giocatori dell’Nba prima del match dormono dai 30 minuti alle 3 ore.
«E che, hanno mangiato una teglia di lasagne?».
Sostengono che rendono meglio durante il match.
«Io propendo per un riposino: chiudere gli occhi qualche minuto senza entrare nella fase rem».
Quindi un break più che una pennichella...
«Esatto. In questo modo scarichi la tensione e affronti meglio la performance. Un po’ come gli autisti che quando sono stanchi chiudono gli occhi per qualche minuto e rinascono».
Lei cosa propone?
«Mettiamo una brandina negli spogliatoi così gli sportivi potranno riposare a fine primo tempo».
Insomma, il pisolino può essere importato anche da noi?
«Senza dubbio, in tutti i campi.

In Spagna fanno la siesta, le aziende giapponesi dedicano mezz’ora alla pennichella e poi i dipendenti rendono meglio, gli americani pure e sono otto volte più grandi di noi. Mio nonno diceva che “trenta minuti di stacco valgono cinque giorni di vita in più”».
E adesso?
«La pennichella va fatta in modo giusto, senza esagerare. Dieci minuti di break aiutano».

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