DOMANDE & RISPOSTE

Vera Slepoj, psicologa e psicoterapeuta tra le più stimate, sul dramma dei genitori che «dimenticano» i figli piccoli in auto, fino a farli morire, prende le distanze da ogni facile «buonismo».
Professoressa Slepoj come definirebbe un padre (o una madre) che se ne va per i fatti suoi, lasciando un bimbo in macchina alla stregua di un pacco?
«Non ci sono scuse, si tratta di un atto criminale».
C’è chi sostiene che sia colpa dello stress che caratterizza la nostra vita quotidiana.
«Lo stress non c’entra nulla. In realtà le ragioni sono molto più profonde».
Quali?
«Purtroppo troppe coppie vivono il proprio status di genitori in maniera totalmente anaffettiva».
In che senso?
«Spesso si decide di procreare un figlio, ma ci si limita a farlo solo sotto il profilo fisiologico. Poi però si dimenticano i sentimenti più importanti: amore, tutela, responsabilità, spiritualità, lealtà nel legame».
Mancanza di maturità da parte degli adulti, quindi?
«È come se i genitori pensassero inconsciamente che un bimbo di pochi mesi sia già in grado di autogestirsi».
La sua è un’analisi dura, per nulla incline a trovare giustificazioni.
«Diventare genitori non corrisponde, automaticamente, ad essere buoni genitori».


Che consiglio si sente di dare?
«La superficialità, il narcisismo, il disordine mentale e sociale di certi adulti sono atteggiamenti che mal si conciliano con una sana accettazione della genitorialità».
Che deve basarsi sul riconoscimento della realtà del bambino.
«E che invece tende ad essere sempre più ignorata. Fino alle estreme conseguenze». NM

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