Le donne al potere sono di destra, la sinistra resta a guardare

In Italia e nel mondo, le donne di centrodestra hanno rotto il 'tetto di cristallo' molto prima rispetto alle donne di estrazione progressista

Le donne al potere sono di destra, la sinistra resta a guardare

“Il 'tetto di cristallo' si rompe dimostrando che si può fare molto bene”. A dirlo è stata Giorgia Meloni, il primo presidente del Consiglio donna, intervenendo al nuovo allestimento della Sala delle Donne di Montecitorio.

La Meloni si è detta sicura anche del fatto che, così come una sua foto ha preso il posto dello specchio che fino a ieri era dedicato al primo presidente donna, molto presto verrà sostituito anche lo specchio affisso in attesa dell'elezione della prima Presidente della Repubblica. Un evento che, per Meloni, "non è così lontano come può sembrare". Ma la particolarità è che, finora, il centrodestra è lo schieramento che è stato più vicino a raggiungere questo traguardo. Al di là dell’esito finale, l’ex presidente del Senato, Maria Elisabetta Alberti Casellati, è la donna che, nel gennaio 2022, ha ottenuto più voti nel corso del voto per l’elezione del Capo dello Stato. In occasione del quinto scrutinio, infatti, ha ottenuto ben 382 voti. Ma l’attuale ministro per le Riforme vanta anche un altro record: è stata la prima donna a occupare lo scranno più alto di Palazzo Madama. La sinistra, che si riempie la bocca di tante belle parole sui diritti delle donne, non ha mai raggiunto tali vette. Nella Seconda Repubblica, l’unica donna di spicco ad aver corso per il Colle più alto della politica è la radicale Emma Bonino, la quale non ha mi superato i 30 voti. Un dato che evidenzia come, a sinistra, vi sia mai stata una grande solidarietà femminile né un’unità d’intenti da parte delle forze progressiste di sostenere una donna. Anche Elly Schlein è arrivata alla segreteria del Pd solo dopo che la Meloni è diventata premier. Anzi, probabilmente, è proprio quello il motivo del suo successo. Il Pd non poteva restare ancora indietro rispetto al centrodestra. Ma, vi sono anche altri precedenti che confermano il fatto che le forze socialiste siano sempre state indietro. Susanna Camusso o Annamaria Furlan sono arrivate alla guida della Cgil e della Cisl con vari anni di ritardo rispetto a quando Renata Polverini arrivò ai vertici dell’Ugl. L’ex ministro della Giustizia, Marta Cartabia, è stata la prima donna presidente della Corte Costituzionale e (fortunatamente) non è certamente ascrivibile tra la cerchia delle cosiddette “toghe rosse”.

Allargando, poi, lo sguardo oltre confine ci si accorge che tutte le donne che comandano a Bruxelles sono provenienti dal centrodestra. Ursula Von Der Leyen, presidente della Commissione europea, proviene dalla Cdu, lo stesso partito di Angela Merkel. La maltese Roberta Metsola, attuale presidente del Parlamento europeo, è iscritta al gruppo del Ppe e proviene da un partito di centrodestra. Le altre due donne che l’hanno preceduta erano due francesi provenienti da partiti conservatrici. Anche la francese Christine Lagarde, il primo presidente donna della Bce, è un ex ministro dei governi gollisti degli anni ’90-2000, sotto le presidenze di Jacques Chirac e Nicolas Sarkozy.

Volgendo lo sguardo a quanto è successo in Europa non si può che dare atto alla Merkel di essere stata prima e unica cancelliere donna della Germania (per ben 16 anni consecutivi), mentre nel Regno Unito questo traguardo spetta a Margaret Thatcher, primo ministro britannico dal 1979 al 1990. In estrema sintesi, eccezion fatta probabilmente per i Paesi scandinavi, la sinistra predica bene, ma razzola malissimo.

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