
Motta Visconti(Milano) - Non è facile tracciare il profilo di Carlo Lissi, certo a Motta tutti lo conoscono, anche se non è nato in paese, ma nessuno sembra capace di andare oltre il «un bravo ragazzo». Mentre su Cristina è tutto un fiorire di aneddoti: di quando lavorava alla Croce rossa, o faceva l'animatrice in oratorio, oppure la protagonista di Aggiungi un posto a tavola nella recita messa in piedi in parrocchia. Due personalità molto distanti dunque, lei molto forte, lui, sette anni in meno, un po' sulla scia della moglie.
Da 13 anni Carlo lavorava come informatico alla Wolters, a Milanofiori, ma qui è come alla Cia, nessuno vuole parlare, nemmeno per dire di cosa si occupi la ditta. Segreto di Stato. Tanto vale tentare a Motta. «Non ho un ricordo nitido di lui - dice Primo de Giuli, sindaco da pochi giorni - Certo l'ho presente, un ragazzo discreto, tranquillo.
Frequentava la parrocchia, ha giocato nella squadretta di calcio». Tanto da andare a vedere la partita dell'Italia ed esultare ai gol come tutti gli altri. «Aveva una grande passione per la musica prosegue il sindaco -, con alcuni amici aveva messo in piedi un complessino e un'associazione, Rainbow, per organizzare concerti ed eventi musicali, ma non li cerchi nemmeno, hanno detto che non vogliono parlare con nessuno. Carlo poi con l'adolescenza ha iniziato a fare l'animatore. Credo sia stato proprio lì che ha conosciuto Cristina. Lei sì che me la ricordo bene anche perché era in classe con mia figlia: bella, spigliata, solare». Impossibile strappare di più.
Anche in via Ungaretti è solo un gran parlare di Cristina, di quanto era buona, bella e disponibile, di come teneva i figli e dell'amore per il marito. «Del resto questa era la casa dove era nata e cresciuta e dove è poi tornata ad abitare quando è morto il padre. Decio, il fruttivendolo» dicono i vicini. Poco fruttuosi anche i tentativi nella villetta al 23 di via Bai, dove vive Francesco, artigiano piastrellista, papà di Carlo. Meglio non suonare però. L'uomo è stato il primo a intervenire nella villetta degli orrori, chiamato dal figlio. È stato lui a correre dalla consuocera Giuseppina per annunciarle la morte di figlia e nipoti. Ma l'arresto del figlio non l'ha retto ed è stato colto da malore. I vicini non hanno voglia di parlare: «L'ho visto crescere, un ragazzo d'oro» borbotta qualcuno da dentro un giardino prima di allargare le braccia come dire «Cosa sia successo poi...».
C'è sempre Facebook e aprendo la sua pagina compare la foto di un ragazzo rasato, un filo di barba, ricorda un po' Roberto Saviano. Quindi i dati: nato a Casorate Primo, diploma nel 2001 all'Istituto tecnico Bordoni di Pavia, assunzione alla Wolters nel 2002, iscrizione all'Università di Pavia, senza arrivare alla laurea.
Poi il «mi piace» per gruppi musicali, per il Mel Gibson di Braveheart e un unico post, il 26 agosto 2013: «Tanti auguri alla mia piccola stellina che oggi compie 4 anni» e la foto di una crostata di fragole e mirtilli con su scritto buon compleanno. Come qualsiasi altro buon padre affettuoso.