RomaSarà di nuovo Berlusconi il leader in campo nel centrodestra? Nel giorno in cui il Cavaliere fa sapere di essere tentato dallidea, il segretario del Pdl Angelino Alfano evita i commenti e si limita ad una presa datto: «Nel campo dei moderati, Berlusconi è senzaltro quello che ha più voti».
Spende più parole, invece, per archiviare il piano segreto per Matteo Renzi premier, svelato dallEspresso: «Una provocazione», in cui certo non cè alcuno zampino di Berlusconi, se mai «di qualcun altro che glielo ha suggerito». In ogni caso, dice Alfano, «penso che il momento dellItalia sia talmente serio che occorra occuparsi solo di cose serie e noi siamo persone perbene, gente seria, competitori leali». Tanto leali da solidarizzare con il sindaco Pd, nonché sfidante di Pier Luigi Bersani alle primarie, messo in mezzo dalle rivelazioni dellEspresso: «Mi spiaccio se da ciò è venuto a Renzi, che disputa una sua gara nel centrosinistra, un danno».
Quanto al rapporto tra il governo Monti e un sempre più inquieto ed insofferente Pdl, Alfano cerca di far digerire alle sue renitenti truppe parlamentari il prossimo voto di fiducia sul ddl Fornero: «È lultima volta che ci adeguiamo - promette da Brescia, dove partecipava al Festival del lavoro - perché è impossibile, di fronte al capo degli industriali che dice che è una boiata, ai consulenti del lavoro e a tantissime altre sonore bocciature, che ci si chieda di approvarla comunque». Se il Pdl lo voterà, dunque, è solo perché il prossimo vertice Ue del 28 giugno, al quale Monti ha chiesto di potersi presentare con la riforma approvata, è «di importanza strategica», ma Alfano assicura che non ci saranno più «bis». E dopo la fiducia, il Pdl chiederà al premier di rispettare i patti e di emendare il testo in una fase successiva: «Ha promesso che miglioramenti ci saranno nel decreto sviluppo e noi faremo le nostre proposte». Sul merito del ddl sul mercato del lavoro Alfano usa parole assai dure: «Sembra scritta da un manipolo di ispettori e piace sicuramente solo a Monti e alla Fornero».
Al premier, il leader del più numeroso partito della «strana maggioranza» chiede comunque di tirar fuori le unghie con i partner europei: «Cosa sarebbero lEuropa e leuro senza lItalia? Loro hanno bisogno di noi quanto noi di loro, e questo è un punto che va affermato in Europa dove non bisogna andarci timidi. Invito quindi il presidente Mondi a essere coraggioso».
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