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E Berlusconi sbotta: è l'attacco finale, vogliono eliminarmi

Berlusconi turbato dalla "violenza inaudita" della pm: è convinto che giochi di sponda con Grillo pronto a chiedere l'ineleggibilità

E Berlusconi sbotta: è l'attacco finale, vogliono eliminarmi

«L'obiettivo è farmi fuori, fisicamente e politicamente». No, non l'ha presa affatto bene il Cavaliere la lunga requisitoria di Ilda Boccassini. Per la «violenza inaudita che mi ha riservato», racconta in privato piuttosto amareggiato. Ma anche per la richiesta «spropositata» a sei anni di reclusione e soprattutto perché ancora una volta – come nel processo per i diritti tv Mediaset – la procura di Milano punta tutto sull'interdizione «perpetua» di Silvio Berlusconi dai pubblici uffici.

Ed è questo, ormai, il cuore del problema, il primo passo di un percorso che dovrebbe concludersi già il prossimo anno con un voto della Giunta delle elezioni del Senato che faccia decadere il leader del Pdl dal rango di parlamentare. È questo secondo Berlusconi lo schema che sta seguendo la Boccassini, decisa – confida l'ex premier nelle sue conversazioni private - a giocare la sua partita «di sponda» con Grillo e il Pd. Già, perché se si arrivasse all'interdizione dai pubblici uffici a quel punto la questione non potrebbe non essere presa in esame dalla Giunta del Senato che si troverebbe chiamata a votare sull'eventuale decadenza di Berlusconi da parlamentare. La posizione del M5S in proposito è nota, tanto che ancora in questi giorni Grillo continua a battere sulla presunta ineleggibilità dell'ex premier. Ed è chiaro che a quel punto il Pd non potrebbe che votare nello stesso modo. Il rischio che nel 2014 il Cavaliere possa ritrovarsi fuori dal Parlamento, insomma, sarebbe altissimo, con tutte le inevitabili conseguenze per la tenuta del governo.

Eppure al momento Berlusconi continua a rassicurare tutti sul fatto che l'esecutivo non è in discussione e che i due piani – processuale da una parte e politico dall'altra – resteranno distinti. Eppoi, confidava qualche giorno fa ai suoi collaboratori, «se pensano di farmi fuori con l'interdizione s'illudono visto che Grillo ha dimostrato come si può far politica anche fuori dal Palazzo». Come a dire che si sbaglia di grosso chi pensa che senza il biglietto da visita con scritto su «Onorevole» il Cavaliere si possa fare da parte.

Detto questo, la linea resta quella della manifestazione di Brescia: «Nessun fallo di reazione sul governo». Anche se l'alzata di scudi che parte da via dell'Umiltà è violentissima, «proporzionata – fanno presente in quel di Arcore – alla violenza della Boccassini». Prima, però, tocca alla riunione dei gruppi parlamentari congiunti del Pdl a Roma, con una lunga serie d'interventi proprio durante la requisitoria Ruby. Si parla di riforma della Giustizia, mentre i capigruppo Renato Brunetta e Renato Schifani spiegano che prima di modificare la legge elettorale bisogna riformare il bicameralismo perfetto. Il sottosegretario Michaela Biancofiore, invece, si lamenta di non essere stata difesa, mentre Daniele Capezzone auspica una «cabina di regia per la comunicazione».

Poi parte la batteria di dichiarazioni contro la Boccassini. Ci sono tutti, nessuno escluso. Da Schifani, che punta il dito contro «il livore persecutorio dei pm», a Cicchitto, convinto si voglia «spazzare via Berlusconi». «La richiesta d'interdizione perpetua è abnorme», attacca la portavoce del Pdl Mara Carfagna. Dura anche Mariastella Gelmini. «Un processo costruito come un castello di accuse che resistono a tutte le smentite e a tutti i costi. Mi chiedo – dice la vicecapogruppo del Pdl alla Camera – se la richiesta d'interdizione non rappresenti l'auspicio di neutralizzare il Berlusconi politico». «Ben conscia della scriminante del “diritto di toga” garantitole dal codice durante la requisitoria – gli fa eco l'europarlamentare Licia Ronzulli - oggi il pm non ha lesinato valutazioni politiche, pregiudizi, illazioni, faziosità, accuse senza riscontri oggettivi. Unico scopo quello di annientare, neutralizzare, eliminare politicamente Berlusconi». Netta anche Daniela Santanché che parla di «requisitoria di sole accuse e zero prove». «L'interdizione perpetua dai pubblici uffici per un fatto inesistente – aggiunge – è come chiedere l'ergastolo, una cosa inaccettabile». Anche se, è la convinzione di Laura Ravetto, «se l'intento dei magistrati è quello di destabilizzare il governo non ci riusciranno».

Il diretto interessato, invece, si affida a una breve nota. «Che devo dire? Teoremi, illazioni, forzature, falsità – attacca Berlusconi - ispirate dal pregiudizio e dall'odio, al di là dell'immaginabile e del ridicolo. Ma tutto è consentito sotto lo scudo di una toga.

Povera Italia!».

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