E la crisi fa una nuova vittima: s’impicca un portiere

E la crisi fa una nuova vittima: s’impicca un portiere

Napoli «Devi dire a mamma che non potrò più passarle l’assegno di 300 euro mensili. Ho perso il lavoro ed ho perso anche la casa. Non so più come vivere». La voce rotta dall’emozione e, dentro di sé, una decisione già presa: farla finita per sempre. È lo scorso venerdì quando G.C., 56 anni, parla per l’ultima volta al telefono con il figlio, emigrato da un paio di anni al Nord, con un altro fratello e la madre. Poche ore più tardi, l’uomo, portiere di un edificio situato in corso Garibaldi 196, nella zona della Stazione centrale di Napoli, si è legato una corda al collo, l’ha stretta al gancio del lampadario del soggiorno e si è lasciato andare.
Il terrore di restare da qui a pochi mesi senza lavoro e senza casa hanno dato il colpo di grazia al suo stato depressivo già minato da tempo. Mite e schivo, il portinaio era definito dai suoi condomini una persona «molto forte». Eppure, il terrore di restare senza lavoro e senza casa, la paura di non farcela a rialzarsi hanno avuto il sopravvento su di lui.
La forza del portinaio negli ultimi due anni aveva subito dei duri colpi. La separazione dalla moglie, la vita da solo nell’umile casa di corso Garibaldi. Un anno fa lettera che preannunciava il suo licenziamento da portinaio. E quindi l’obbligo di lasciare la casa. Quattro mesi fa, poi, un altro dolore, la perdita dell’amata madre. Giovedì scorso la visita dell’ufficiale giudiziario, che aveva il compito di visionare la casetta nella quale viveva, pignorata a seguito del fallimento dell’agenzia immobiliare di cui era proprietaria.
Forse per G.C. lo choc di quella visita è stato devastante per il suo già delicato equilibrio psicologico. Si, il licenziamento sarebbe scattato ad ottobre ed anche l’obbligo di lasciare la casa, ma per il portiere napoletano quel giorno sembrava più vicino di quanto non fosse. Venerdì ha chiuso i conti con la vita. Ieri mattina qualche condomino non vedendolo al suo posto di lavoro si è insospettito. L’uomo, sempre così preciso, sembrava sparito come nel nulla.

Uno di loro ha avvertito il commissariato Vicaria, poco dopo il vicequestore Gaetano Annunziata ha ordinato ad un fabbro di forzare la serratura. Nel soggiorno c’era l’uomo ormai senza vita.
carminespadafora@gmail.com

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