Roma Dopo la scissione del Pdl è scoppiata la «guerra delle stanze» a Montecitorio. Ad accendere gli animi, la scoperta da parte di alcuni deputati del Nuovo centrodestra di non avere più la disponibilità del proprio ufficio al gruppo della Camera. È successo a Maurizio Bernardo, ex tesoriere del gruppo Pdl-Fi (sostituito nei giorni scorsi da Pietro Laffranco), quando è salito al quarto piano del palazzo dei gruppi in via Uffici del vicario. Il parlamentare alfaniano ha trovato la porta della sua stanza chiusa e una lettera firmata dal presidente dei deputati di Fi Renato Brunetta a spiegare le ragioni dello «sfratto»: gli uffici sono riservati ai parlamentari azzurri e non a chi ha deciso di lasciare il partito per costituire nuovi gruppi autonomi, come nel caso degli innovatori.
«Ho trovato la porta della mia stanza al gruppo chiusa e una lettera di Brunetta - dice Bernardo - Capisco le ragioni della politica, ma mi aspettavo maggior rispetto per la persone, i rapporti umani hanno ancora un valore. Anche noi abbiamo diritto ad avere i nostri uffici come gruppo Nuovo centrodestra». Amara sorpresa anche per il capogruppo degli alfaniani a Montecitorio, Enrico Costa, che però ha preferito non commentare l'episodio.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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