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E Mauro conferma trame e complotti contro Berlusconi

Il ministro centrista avverte Forza Italia (e Renzi): Berlusconi non deve avere un ruolo centrale nella stesura della legge elettorale

E Mauro conferma trame e complotti contro Berlusconi

Alla fine il problema è sempre quello: far fuori Silvio Berlusconi. In ogni modo, da qualsiasi cosa. Anche dalla nuova legge elettorale. Perché l'unico Cav buono è quello (politicamente) morto. L'avviso ai naviganti arriva dal ministro della Difesa Mario Mauro, già eurodeputato nelle fila del Pdl, poi traghettato a Scelta Civica in polemica con la presunta deriva «populista» del primo partito del centrodestra e oggi allontanatosi anche da Monti creando il cespuglietto «Per l'Italia». Sull'house organ governativo, vale a dire Repubblica, è comparsa ieri un'intervista al ministro, piccola ma assai significativa. Per quello che dice. E per quello che lascia intendere.

Punto primo: Berlusconi. Mauro avverte che non deve avere voce in capitolo nella nascita della nuova legge elettorale mostrando che si agitano i tessitori di un vero complotto anti-Cav. «Non è sbagliato - dice il titolare di Palazzo Baracchini - dire che si deve ragionare con tutti, sia chiaro. Ma dopo il 27 novembre (il giorno in cui il Senato ha votato la sua decadenza, ndr) Berlusconi si è di fatto collocato in un ruolo più marginale, anche per via della posizione estremista che ormai ha assunto Forza Italia». Quindi l'attuale primattore della politica italiana, il neosegretario del Pd, ne deve tener conto: «Qui il problema è capire - spiega Mauro - se Renzi o chiunque altro intenda rilegittimare la centralità politica di Silvio Berlusconi. È una scelta, per carità. Non è che la legge elettorale venga meglio o peggio, il problema è politico».

Insomma, il teorema è semplice: visto che il Cav finalmente è stato fatto fuori (almeno così ama credere qualcuno), non rimettiamolo in gioco servendo anche a lui le carte nella confusa partita delle riforme. Come invece sembrerebbe abbia intenzione fare Matteo Renzi. Proprio Repubblica, nella pagina a fianco all'intervista a Mauro, racconta che il sindaco di Firenze starebbe brigando per proporre a Forza Italia e a Ncd un Mattarellum (il sistema elettorale voluto da Berlusconi) corretto dalla variabile del doppio turno che piace invece al Pd. Un giochino che metterebbe in palio un premio di 75 seggi ritagliati dai 475 maggioritari tra le due coalizioni con più voti dopo il primo turno. Un meccanismo complesso e la cui realizzabilità è tutta da verificare. Ma che fa innervosire la componente non piddina della maggioranza, che si sente tagliata fuori. Da qui l'inquietudine di Mauro, che precisa nell'intervista al quotidiano diretto dal suo omonimo Ezio: «La maggioranza ha mutato connotati. A meno che qualcuno non intenda la nuova coalizione costituita semplicemente dal Pd più dei cespugli. Disconoscendo tutto un arcipelago moderato, che invece esiste».

Fosse solo il disagio dei centristi, in fondo si potrebbe anche metabolizzare, anche se al Senato i numeri della maggioranza non tollerano mal di pancia. Ma il fatto è che attorno allo scontento di chi non vuole una trattativa sulle regole con Berlusconi si potrebbero coagulare anche i borbottii dei democratici di rito non renziano. Quelli che attualmente hanno abbassato le orecchie ma non smettono di annusare l'aria per capire se c'è uno spazio di fronda nei confronti di Renzi. E l'antiberlusconismo potrebbe essere ancora una volta il passepartout per scompaginare scenari apparentemente inattaccabili.

Anche perché da Mauro arriva anche una stoccata nei confronti del «sindaco d'Italia». «La situazione - il ministro della Difesa la vede così - è rischiosa come lo fu la scelta di Veltroni sulle alleanze che ha portato poi alla sconfitta del Pd nel 2008». In quell'occasione il leader Pd (che come Renzi aveva costruito la sua leadership da sindaco, in quel caso di Roma) pensò di poter fare da solo, abiurando quasi tutte le alleanze naturali e pretendendo l'adesione al proprio programma: si trovò così con il solo Idv nella coalizione, che fu asfaltata da Pdl+Lega.

Renzi faccia gesti apotropaici, se crede.

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