"Siamo alla fine del tunnel". Mario Monti ne è certo. Eppure solo una decina di giorni fa, il premier ha dovuto ammettere che la crisi del debito in Spagna e Grecia hanno contagiato l'Eurozona e che anzi la situazione è grave da tempo. Del resto, per quanto il presidente del Consiglio sostenga che con lui lo spread sia sceso, il differenziale tra titoli di Stato decennali italiani e tedeschi è tornato sopra i 500 punti basi, toccando persino i livelli di novembre, quando Monti ha sostituito Berlusconi a Palazzo Chigi.
E se questo non bastasse i dati dell'Istat non aiutano certo ad essere fiduciosi quanto il Professore. È di oggi, infatti, la notizia che la disoccupazione è salita a livelli record, i più alti da quando si calcolano le serie mensili (2004) e trimestrali (1992). Il tasso a giugno è arrivato al 10,8% (coinvolge cioè 2 milioni 792 mila di persone), lo 0,3% in più rispetto a maggio e il 2,7% in più su base annua, come rileva l'Istat. In un anno il numero di disoccupati è aumentato di 761mila persone. E in parallelo non aumentano nemmeno gli occupati che a giugno sono quasi 23 milioni (solo 11 mila in più rispetto allo stesso mese dell’anno scorso e lo 0,1% in meno rispetto a maggio).
Tra l'altro non è la prima volta che Monti sostiene che l'uscita dalla crisi è vicina, come fa notare l'ex ministro Renato Brunetta.
"Lo scorso 31 marzo, durante la conferenza stampa conclusiva del secondo giorno di visita ufficiale a Pechino, il presidente Monti affermò: Credo che questa crisi sia quasi finita. Oggi, prima di partire per Parigi per incontrare Hollande, ai microfoni di Radio Anch’io ha annunciato: La fine del tunnel sta incominciando adilluminarsi", ricorda Brunetta.
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