MilanoUn ex generale dell'Arma in giunta, Nazzareno Giovanelli, per occuparsi dei temi caldi di Territorio e Urbanistica e anche (soprattutto?) della Casa, l'assessorato guidato da Domenico Zambetti, arrestato con l'accusa di aver comprato voti dalla 'ndrangheta. E un medico paziente, con vita da combattente in carrozzina, l'oncologo malato di Sla Mario Melazzini, a prendersi cura della Sanità.
La presentazione della nuova giunta Formigoni avviene con tutti gli onori. Eppure, al trentanovesimo piano di Palazzo Lombardia, nella sala a vetrate con vista su Milano e oltre, il governatore presenta la sua nuova giunta a tempo Pdl e Lega. Quale la scadenza?
Si era parlato di dimissioni per giovedì prossimo, adesso Formigoni sposta l'asticella di ventiquattro ore: «Venerdì sera il gruppo del Pdl presenterà le dimissioni e si andrà allo scioglimento». Ma il consiglio regionale è convocato in sedute no-stop da venerdì, sabato e domenica inclusi, per eliminare il listino bloccato e modificare la legge elettorale. E almeno oggi, con questa cerimonia in pompa magna, le dimissioni non sembrano poi così di stringente attualità.
Undici assessori, un sottosegretario e un consigliere delegato. Uno snellimento della formazione 16 più 4 della giunta dimissionata. Sono sette professori (qualcuno con una carriera politica all'attivo), due ex parlamentari, un generale dell'Arma in pensione e un ex presidente della Corte d'Appello di Milano, Giuseppe Grechi, consigliere delegato alla Trasparenza. Una giunta tecnica-politica.
La maggioranza è rimasta la medesima: Lega e Pdl. Il partito di Maroni è entrato in giunta confermando il vicepresidente, Andrea Gibelli, con delega pesante a Industria, Artigianato, Cooperazione ed Edilizia. «Era doveroso che la Lega avesse un suo uomo all'interno. Per controllare cosa si farà, per completare tutti i progetti cominciati e utili ai cittadini lombardi, e soprattutto per tenere occhi ed orecchie ben aperti: vigileremo su ogni singolo euro speso per la sanità e i servizi sociali» dice il segretario lombardo del Carroccio, Matteo Salvini. E Formigoni, rasserenato: «Sono abituato a rispettare i patti».
Assessorato di peso anche alla pidiellina Valentina Aprea, che oltre a Cultura e Istruzione, ottiene Occupazione, Lavoro e Formazione. Il formigoniano Romano Colozzi mantiene l'assessorato al Bilancio. E Paolo Alli, fedelissimo del presidente, resta sottosegretario all'Expo. Fin qui le conferme.
Qualche recupero, come nel caso di Giovanni Bozzetti, ex assessore comunale di An che diventa titolare di Commercio, Turismo e Servizi. E Carolina Elena Pellegrini, candidata sindaco del centrodestra (sconfitta) a Rho. Il professore della Bocconi Andrea Gilardoni, già presidente dell'Amsa con la giunta Formentini, diventa assessore alle Infrastrutture. E il giornalista Filippo Grassia, presidente del Coni provinciale di Milano, sarà assessore allo Sport.
Resta fuori Ombretta Colli, che si era dimessa dal Senato per entrare nella giunta lombarda.
E torniamo alla Sanità guidata da Melazzini: l'oncologo era già vice direttore dell'assessorato.
E in questa giornata di rinnovamenti, arriva anche un cambio al vertice del Pdl milanese. Sandro Sisler, il coordinatore provinciale indagato per corruzione, di area ex An, si è autosospeso dal partito.
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