Effetto inchiesta, stop a tre residenze per 1.500 studenti

Paralisi in Comune: gli universitari fuori sede prime vittime del blocco dei progetti

Effetto inchiesta, stop a tre residenze per 1.500 studenti
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Sono proprio gli universitari fuori sede, quindi categoria particolarmente debole, i primi a pagare lo scotto per la paralisi del Comune di Milano in seguito al primo filone di indagini, quello nato nell’ottobre 2022 in un cortile di piazza Aspromonte, della maxi inchiesta sull’urbanistica, che ha portato la Procura mercoledì a chiedere gli arresti in carcere o ai domiciliari per alcuni dei 74 indagati, tra cui compare il sindaco Beppe Sala.
Affidate a Redo Sgr, che gestisce il primo fondo per l’affordable housing promosso da Fondazione Cariplo e Regione Lombardia, nato con l’obiettivo di ottimizzare l’utilizzo e l’integrazione delle risorse pubbliche e private per fronteggiare il crescente bisogno abitativo, le strutture non si faranno più.
L’azienda, appunto non uno colosso dell’edilizia, aveva comunicato al Ministero dell’Università già ad aprile, che non avrebbe portato avanti nessuno dei tre progetti, rinunciando dunque anche al finanziamento che Roma aveva concesso a valere sulle risorse del Pnrr.
A Milano ci sono 211mila studenti universitari, di cui un terzo arriva da fuori regione, ma meno del 7% di coloro che hanno i requisiti economici riesce ad accedere agli alloggi gratuiti. Stando ai dati 2024 del rapporto «Lo student housing da mercato di nicchia a comparto maturo», realizzato da Scenari Immobiliari per Re.Uni, l’associazione che riunisce i tre principali player del settore student housing italiano, in città i posti letto sono 6.370. Ecco, quindi, che in un panorama di grave carenza di letti per universitari, la rinuncia di Redo a ben tre progetti per oltre 1500 posti, risulta ancora più allarmante.
Progetti peraltro, già ammessi al finanziamento del MIUR a valere sulle risorse Pnrr. Si trattava di tre strutture tra Rogoredo, Greco- Breda e San Leonardo ammessi al finanziamento con decreto ministeriale di concessione, rispettivamente da 473, 447 e 600 posti letto, per un totale di 1.530 posti. La società Redo ha comunicato ad aprile al ministero guidato da Anna Maria Bernini, ma il ministero ha formalmente risposto il 15 luglio, di non essere in grado di firmare gli atti d’obbligo a causa dei ritardi che si sono accumulati nel rilascio dei titoli abilitativi, anche in conseguenza dell’impossibilità di attivare le pur richieste deroghe urbanistico-amministrative.
È abbastanza facile intuire alle spalle di questi ritardi l’ombra dell’inchiesta che minaccia di terremotare Palazzo Marino e la giunta Sala, e che da quasi due anni sta bloccando tutta l’attività amministrativa.

Gli uffici dell’urbanistica del Comune di Milano, non stanno rilasciando alcun titolo a costruire, così la Commissione del paesaggio, finita nella bufera con l’arresto del vicepresidente Oggioni a marzo e la richiesta di arresto per il presidente Marinoni di mercoledì, non sta rilasciando pareri. Con i costruttori che lanciano l’allarme per il 2026: dopo quella data non ci sarà nessun nuovo cantiere.

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