Elezioni amministrative Elettori in fuga dalle urne Seggi deserti nelle città rosse

Crolla l’affluenza al secondo turno delle amministrative: alle 22 ha votato il 36,25%. Astensionismo record a Genova. E a Parma il Pd rischia grosso contro i grillini. VIDEO

Elezioni amministrative  Elettori in fuga dalle urne Seggi deserti nelle città rosse

Per usare una terminologia da Champions League, se l’astensionismo aveva già vinto al primo turno ieri ha trionfato nel «ritorno» delle cento sfide elettorali per l’elezione di altrettanti sindaci. Alle 22 il dato del Viminale dice che appena il 36,25% degli aventi diritto si è presentato alle urne. In Sicilia alla stessa ora il 37%. Un calo rispettivamente di 11 e addirittura 13 punti percentuali rispetto a due settimane fa. Fatto che spalanca di nuovo le porte ai ragionamenti sulla disaffezione dalla politica, per giunta al tempo della crisi. E senza considerare gli choc, non solo emotivi, dell’attentato di Brindisi e del terremoto che sta mettendo paura al Centro-Nord. In Emilia comunque i seggi sono stati aperti regolarmente per tutta la giornata nonostante l’emergenza sisma.
Una flessione molto più che «fisiologica», dato il restringimento a due dei contendenti e in mancanza di «apparentamenti» tra i partiti. Basta dare un’occhiata alla geografia del voto per rendersi conto della dispersione che caratterizza questa seconda tornata di amministrative 2012.

Diciannove le sfide nei Comuni capoluogo di provincia. Il tradizionale duello tra blocchi di centrodestra e centrosinistra, guidati da Popolo della libertà e Partito democratico, si riduce in pratica alla metà delle città in ballo, 10 in totale. Per il resto si tratta di duelli inediti con la costante del Pd contrapposto a forze fino a ieri considerate minori, dal Terzo polo all’Idv o addirittura ai grillini (in cinque centri: Parma, Garbagnate, Budrio, Comacchio, Mira). Per Bersani e compagni il rischio di figuracce è altissimo.
Madri di tutte le «anomalie» Parma e Palermo. A Parma il candidato del centrosinistra Vincenzo Bernazzoli deve difendersi dall’assalto alla diligenza del Movimento 5 stelle dell’outsider Federico Pizzarotti, classe 1973. Con il Pdl alla finestra e che, pur senza ufficiali scelte di campo, guarda con interesse proprio alla clamorosa sorpresa. A Palermo il dipietrista Leoluca Orlando pare ben oltre la metà dell’impresa dopo il 47,4 per cento incassato due settimane fa. Fabrizio Ferrandelli (Sel, con il sostegno del Pd) potrebbe subire come un boomerang l’aver spaccato il fronte della sinistra alle primarie di marzo.

L’altro test chiave è quello di Genova, ma qui l’esito è pressoché scontato: Marco Doria (Pd, Idv e Sel insieme) dovrebbe avere la meglio senza problemi su Enrico Musso, candidato del Terzo polo. Sotto la Lanterna l’exploit di Grillo c’è già stato il 6 e 7 maggio, quando cioè Paolo Putti ha sfiorato il ballottaggio. Un’altra chiave di lettura per spiegare la fuga record dai seggi: -13%.
Questa la situazione negli altri capoluoghi. Il centrodestra dopo il primo turno è avanti a Frosinone con Nicola Ottaviani, a Isernia con Rosa Iorio, e a Trani con Luigi Riserbato. Partite aperte tra centrodestra e centrosinistra ad Asti, Monza, Como e Trapani.

I candidati casiniani potrebbero spuntarla (battendo rivali «rossi») a Cuneo, Belluno, L’Aquila e Agrigento; oppure a Trapani ai danni del Pdl.

I democratici, a seconda dei casi alleati con Udc o Sel o entrambi, secondo i pronostici della vigilia dovrebbero confermare Lucca e Piacenza, mentre potrebbero strappare al centrodestra Alessandria e Rieti (grazie a un vendoliano). Fin qui i calcoli. Per i verdetti definitivi non resta che aspettare le maratone televisive di stasera.

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