EMERGENZA FREDDO

Un freddo polare aveva investito tutta Europa, e Gianmarco era a Parigi alla Gare du Nord, per colpa di una donna. Ma no, la colpa era solo sua, che si era messo in testa di fare una sorpresa alla bella Camilla, una spagnola conosciuta per caso una settimana prima in un bar di Milano. Doveva essere davvero rimbecillito, come non gli succedeva dai tempi delle medie. Era stanco, quella notte non aveva quasi dormito. Era riuscito a malapena ad appisolarsi sul treno che da Milano lo aveva portato Parigi, ma ugualmente gli era sembrato un viaggio infinito. Doveva rivederla. Era stato il destino a fargliela conoscere. A sua moglie aveva inventato che doveva andare un paio di giorni a Roma per affari. Era la prima volta che le mentiva. E dopo? Non voleva pensarci. Non era nemmeno sicuro che Camilla fosse contenta di rivederlo, ma preferiva rischiare piuttosto che restare tutta la vita nel dubbio.
Corse a fare il biglietto, si lasciò andare sul sedile e cominciò a contare i secondi. Finalmente il treno partì. Quando il convoglio entrò nel tunnel sotto la Manica era passata poco più di un'ora. Aveva cercato di dormire, ma era come se qualcuno si divertisse a girare freneticamente una invisibile manovella collegata alla sua mente. Continuò con ostinazione a tenere gli occhi chiusi, e finalmente riuscì a cadere in una specie di torpore e rivedeva Camilla, i suoi sorrisi, il suo modo di piegare le labbra, i battiti delle ciglia... Si era bevuto il cervello. Forse stava facendo la più grande coglionata della sua vita, ma era come se tutti gli ormoni dell'adolescenza si fossero improvvisamente risvegliati...
A un tratto gli sembrò che il treno si stesse fermando, e sentì gli altri passeggeri muoversi e parlottare. Era convinto di aver dormito e di essere arrivato a St.Pancras, ma quando aprì gli occhi trovò il buio. Il mormorio saliva di volume. Alcuni si agitavano, altri cercavano di minimizzare, e una donna ripeteva invano sempre la stessa domanda in una lingua che evidentemente nessuno conosceva. Gianmarco cercava di tranquillizzarsi, era certamente un guasto di poco conto, tra poco sarebbero ripartiti. Ma il tempo passava e non succedeva nulla, a parte la temperatura che continuava a scendere. Il vagone rischiarato dalle luce del display dei cellulari sembrava popolato di fantasmi. Una ragazza scoppiò a piangere, e qualcuno le diede due schiaffi sonori che per pochi secondi fecero calare il silenzio. Gianmarco cominciò a sudare, nonostante il freddo. Cercava di fermare l'immaginazione, ma non ci riusciva... Vedeva una valanga di acqua correre lungo il tunnel e sommergere il treno, tendeva l'orecchio con il terrore di cogliere il rumore dell'onda che avrebbe distrutto ogni cosa... Oppure il treno aveva preso fuoco e sarebbe diventato un forno... il fumo e il calore avrebbe annunciato una fine inevitabile... E se invece il tunnel stava crollando? Una morte lenta, senza cibo, senza acqua... la perdita della speranza avrebbe cancellato piano piano ogni moralità... stupri, violenze, cannibalismo... E nonostante tutto Gianmarco pensava al dopo, alla vita che continuava fuori da quel maledetto tunnel... La bella Camilla non avrebbe mai saputo che l'italiano conosciuto per caso in un bar di Milano stava per farle una sorpresa... Sua moglie non avrebbe mai capito come mai lui non era a Roma ma su un treno che passava sotto la Manica...
All'improvviso un forte fascio di luce tremolante apparve in fondo al vagone, e Gianmarco pensò a un dio che saliva dagli inferi... Era solo il capotreno. Disse che il problema era serio, dovevano prepararsi a passare la notte al buio e al freddo, ma non c'erano altri pericoli.
Quante ore sarebbe durato quell'inferno? Il capotreno non lo sapeva con precisione, e passò oltre ad avvertire gli altri passeggeri. Si alzarono dei lamenti, delle inutili proteste impaurite, una donna singhiozzava senza ritegno, un bambino chiamava mamma nel buio...

Gianmarco invece sentì i muscoli sciogliersi in tutto il corpo, e non riuscì a frenare una risata isterica che si trasformò in un pianto lagnoso. La mattina dopo sarebbe tornato alla luce, sarebbe rinato di nuovo. La vita poteva continuare... ma in quale direzione?

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