Londra fa marcia indietro: più rimpatri e meno aiuti

Linea dura del governo inglese, che col nuovo ddl rispedirà a casa gli immigrati con fedina penale sporca e limiterà l'accesso agli alloggi e al sistema sanitario

Roma - Mentre Roma medita di cancellare l'«inumana» legge Bossi-Fini, Londra percorre la strada contraria, rendendo più alti i muri contro l'invasione degli immigrati. A giorni nel Regno Unito potrebbe essere approvato il disegno di legge sull'immigrazione che prevede il rimpatrio di tutti coloro che arrivano sull'isola con la fedina penale sporca o che inizino a delinquere una volta in Gran Bretagna, la riduzione da 17 a 4 dei motivi per i quali può essere concesso il diritto di asilo e la creazione di un ufficio immigrazione in ogni commissariato di polizia.

Il provvedimento fa parte delle misure con cui il governo di David Cameron intende raggiungere l'obiettivo più volte annunciato di ridurre l'immigrazione a 100mila persone l'anno. Questo disegno di legge in particolare ha origine dalla frustrazione da parte dello Stato e della comunità per l'alto tasso di criminalità degli immigrati (che commettono circa un terzo dei reati) e per i tempi lunghi a cui sono inesorabilmente destinati i successivi processi a causa di appelli e ricorsi, soprattutto alla Corte europea dei diritti dell'uomo. La misura, oltre a ridurre la criminalità, avrebbe anche l'effetto di alleviare l'oberato sistema giudiziario e far risparmiare alle casse dello Stato una cifra stimata in 219 milioni di sterline in dieci anni.

Il pacchetto di norme naturalmente sta sollevando aspre polemiche a Londra, ma è sostenuto con forza da Theresa May, ultraconservatrice ministra per gli Affari Interni del governo Cameron. Madrina già di iniziative anti-immigrati che hanno fatto discutere. Come la campagna affidata a maxicartelloni distribuiti in sei distretti londinesi che intimano agli immigrati: «Vai a casa o sarai arrestato», con tanto di conteggio progressivo degli immigrati finiti in manette. Un'idea criticata in realtà più per i modi spicci che per la sostanza. Il tono minaccioso infatti pare abbia sortitio i suoi effetti spingendo più di un immigrato ad autodenunciarsi. E comunque, «non è razzismo chiedere alle persone che si trovano qui illegalmente di lasciare il paese», ha speicificato al Daily Mail il ministro dell'Immigrazione Mark Harper.

Altra iniziativa forte, la proposta di legge per far versare ai cittadini di sette Stati asiatici e africani, quelli ritenuti più a rischio (India, Pakistan, Bangladesh, Sri Lanka, Nigeria, Ghana e Kenya) una supercauzione di 3000 sterline (circa 3500 euro) per ottenere il visto con cui entrare nel Regno Unito. Una somma ingente che verrebbe incassata dallo Stato allo scadere del termine di validità del permesso qualora lo straniero non si sia allontanato, senza escludere naturalmente il ricorso all'espulsione. Insomma, ti caccio e mi tengo i tuoi soldi.
Un altro pacchetto di misure allo studio prevede una drastica riduzione degli aiuti agli immigrati, con restrizioni in materia di aiuti sociali, accesso agli alloggi e al sistema sanitario. I sussidi di disoccupazione per gli immigrati Ue potranno essere interrotti dopo sei mesi, mentre gli immigrati provenienti da paesi non-Ue dovranno iscriversi a un'assicurazione sanitaria privata per poter godere anche di quella del sistema sanitario nazionale.

Né si rinuncia a un po' di sana antipropaganda: allo studio di Downing Stretet ci sarebbe uno spot che descrive il Regno Unito come una terra poco accogliente e dal clima pessimo per scoraggiare romeni, bulgari e croati che nel 2014, con la caduta delle restrizioni all'accesso al mercato libero del lavoro europeo, potrebbero invadere le contee britanniche come fecero anni fa i polacchi.

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