L'impegno assunto ieri da David Cameron di aprire - se sarà rieletto - un negoziato per modificare in senso restrittivo l'impegno della Gran Bretagna con l'Unione Europea e di sottoporne i risultati a un referendum nel 2017 è una bomba cui la Ue era preparata. Le reazioni degli altri governi sono infatti state immediate e quasi tutte negative. Ma, al di fuori delle Cancellerie, si sono sentiti pareri diversi: Cameron infatti ha dato una voce autorevole e ufficiale a sentimenti molto diffusi in tutti i 27 Stati membri, dove la gente si sente spesso soffocata dalla burocrazia di Bruxelles, dalle norme restrittive e stravaganti che la macchina della Ue impone e condivide l'aspirazione degli inglesi a «rimpatriare» una parte dei poteri ceduti alla Ue.
Avete mai provato a chiedervi quanti italiani, di tutti i partiti, sarebbero felici di liberarsi di tanti obblighi in materia sociale, ambientale, di diritto del lavoro che siamo tenuti dai trattati vigenti a recepire e che spesso modificano in peggio la nostra esistenza?Cameron ha fatto la sua sparata perché gli inglesi stanno diventando sempre più insofferenti dell'Unione, che pure porta loro i vantaggi del Mercato Unico, e solo con l'impegno di rinegoziare i trattati a proprio favore può sperare di vincere le prossime elezioni. Il premier sa che difficilmente riuscirà a spuntare qualcosa, ma ha deciso di dare battaglia: e, se anche apre con questo un dibattito pericoloso, molta gente finirà con l'essergliene grata.