Cara Raffaella,
ti scriviamo questa lettera aperta non solo perché siamo i genitori di Mario, ma anche perché ti abbiamo conosciuta quando sei stata ospite di Mario qui a Concesio. Abbiamo letto la tua ultima intervista ad un noto settimanale e, anche se con fatica e sofferenza, permettici di fare pubblicamente un po' di chiarezza perché conosciamo da vicino la vicenda e riteniamo che vada ristabilita la verità quanto meno per correttezza di informazione.
Crediamo infatti che nostro figlio non sia quell'essere irresponsabile e senza dignità che tu hai descritto. Da tempo purtroppo i tuoi interlocutori sono pubblico, giornalisti e fotografi. (...)
«Come hai fatto ad innamorarti dell'uomo che vai descrivendo?», ti chiede ad un certo punto il giornalista nell'intervista che da ultimo hai rilasciato. Tu rispondi che non lo sai e torni all'episodio di Manchester di fine aprile 2012, quando Mario, trasformatosi in un «mostro», improvvisamente ti cacciò fuori casa come non si fa neppure con un cane.
Così ti esprimi.
E no, Raffaella, le cose non andarono proprio così!
La vostra storia era già finita ad inizio aprile, lo sai bene, e allora perché mentire a te stessa e agli altri? Oggi racconti che eri già incinta; può essere, ma perché allora hai detto a Mario della tua gravidanza solo a fine giugno, durante gli Europei, ovviamente informando prima la stampa pur di avere la ribalta di una ennesima copertina? E poi come puoi accusare Mario di averti incontrato ad ottobre 2012 solo «per ripulirsi l'immagine»? Sappiamo che amici comuni organizzarono l'incontro e che tu «pretendevi» da Mario un comunicato stampa di impegno pubblico a riprovarci. Lui ti chiese solo una cosa: la privacy. Noi lo avevamo sconsigliato di venire a Napoli avvisandolo che non avresti perso l'occasione per lucrare sull'evento. Mario non ci ha dato ascolto (...) perché ingenuamente credeva di risolvere i problemi guardandoti in faccia, lontano dai riflettori, magari portandoti vicino a lui. E tu rifiutasti.
Questo ci disse Mario al telefono il giorno dopo, profondamente amareggiato ed ancora più deluso per le foto del vostro incontro «segreto» vendute ai giornali. Chissà chi aveva così ben informato quei fotografi appostati sul balcone di casa...(...)
Ma non ti sembra poi di aver lucrato abbastanza sulla storia con Mario? Quando pensi di poter voltar pagina e magari far parlare i giornali di te per qualcosa che hai fatto tu? Invece parli sempre e solo di Mario e da ultimo arrivi a sentenziare che Mario è privo dell'istinto della paternità, lui che ha subito l'abbandono, ora abbandona quella che secondo te è sua figlia! Raffaella, anche se non sappiamo di chi sia figlia la bambina, crediamo che l'unica cosa certa è che Mario fino ad oggi sia rimasto, per quanto possibile, in silenzio anche e proprio per rispetto di quella creatura che portavi in grembo e che ora hai dato alla luce. Ci appelliamo quindi al tuo istinto materno, Raffaella, affinché tu possa mettere da parte gli interessi personali e agire per il bene della bambina. (...
(estratto da La Gazzetta dello Sport)
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