Famiglia massacrata in vacanza: un giallo

La tragica banalità dell'ovvio in una storia che di ovvio non ha nulla. «È chiaro che chi ha ucciso voleva uccidere», esordisce il procuratore francese Eric Maillaud.
Guarda un po'... Una famiglia freddata a colpi di pistola in testa, moglie, marito, suocera, due bambine sopravvissute per grazia divina. Una lasciata addirittura per otto ore sotto i cadaveri senza che i poliziotti della gendarmerie si accorgessero che respirava. E poi un ciclista, che in una sera di fine estate ansimava sui colli di Chevaline, trucidato sul posto per aver visto ciò che non doveva. Quattro cadaveri, due piccine all'ospedale, una colpita, ferita forse scampata solo perché il killer aveva finito i proiettili.
«Bon depart», direbbero qui, Alta Savoia, Alpi dove di solito gli incidenti più gravi avvengono con le greggi che traversano la strada.
Ci sono tutte le tinte del noir in questa strage di cui non si intravede il filo di un perché. Inglesi in vacanza in Francia, in un campeggio di Saint-Jorioz. Guardando i passaporti, qualche ombra aggroviglia la matassa: cittadini britanici, ma lui si chiamava Saad al-Hilli, iracheno nato a Baghdad cinquant'anni fa, ingegnere aerospaziale fuggito dal suo Paese, la moglie Iqbal, di poco più giovane. La nonna delle bimbe, invece, aveva un documento svedese. Era la madre della donna. C'è tutto per ipotizzare mille scenari.
A sparare è stata una pistola automatica, sembra una calibro nove: una quindicina di bossoli sono stati recuperati dagli agenti di Chambery accanto al bosco della mattanza.
«La bambina ferita è stata colpita più volte e con violenza al cranio con un oggetto contundente; i colpi d'arma da fuoco l'hanno invece raggiunta alle spalle», ha spiegato la procura d'Olteralpe. Zaina, 7 anni, operata in ospedale, dovrebbe cavarsela. La sorellina Zehab, invece è salva grazie al corpo della madre. Stava con lei sul sedile posteriore quando hanno sparato.
La famiglia veniva da Claygate, nel Surrey, periferia sud di Londra, e pochi giorni prima, come tanti turisti inglesi, si era imbarcata sul ferry per la Francia. Non era la prima volta che trascorrevano qui le ferie.
A morire accanto a loro Sylvain Mollier, un francese di quarant'anni, residente nella zona: stava rincasando in bici. Probabilmente è passato nel luogo sbagliato nel momento sbagliato. Testimone da eliminare. I corpi delle vittime sono stati trovati l'altro ieri pomeriggio, poco prima delle 16, nella Bmw con targa inglese parcheggiata su una strada in un bosco del comune di Chevaline. A scoprirli un altro ciclista, guarda le coincidenze, pure lui inglese, un ex della Royal Air Force. Ha soccorso la bimba ferita, subito trasportata all'ospedale di Grenoble, dove si trova adesso in coma farmacologico in attesa di essere rioperata. Ha il cranio fratturato ed è stata colpita da alcune pallottole alla spalla. Solo otto ore più tardi, invece, durante la notte, i flic si sono accorti dell'altra bimba, Zehab, miracolosamente incolume, nascosta tra i bagagli e i cadaveri di mamma e nonna.
Non parla, dice solo di aver sentito «un grande frastuono».
«Una scena «talmente drammatica, da superare ogni immaginazione», ha raccontato un ufficiale di polizia. «Era la famiglia l'obiettivo? O il ciclista? O forse sono state vittime di qualche altro avvenimento? Ogni ipotesi è possibile».


Il presidente francese François Hollande, in visita ufficiale a Londra, assicura «che tutto il possibile» sarà fatto per trovare il colpevole del massacro. Intanto, la polizia britannica ha perquisito l'abitazione degli Al-Hilli, una villetta in un quartiere residenziale a sud di Londra. A caccia di qualcosa che possa spiegare un simile massacro.

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