“’Report’ è contro il governo”: FdI non ha utilizzato troppi giri di parole. Intervenuto in Aula, il deputato meloniano Federico Mollicone – dopo aver espresso solidarietà al giornalista Sigfrido Ranucci per l’attentato subito - ha ribadito le forti critiche nei confronti del programma d’inchiesta in onda su Rai 3 e delle sue modalità di lavoro: “Rinnovo la sincera solidarietà a Sigfrido Ranucci ma questo non ci impedisce di criticare duramente il format e il modus operandi del programma che di fatto vuole impedire all’esecutivo di centrodestra di governare e di nominare secondo la legge persone che riteniamo meritevoli”.
Il parlamentare ha annunciato l’intenzione della maggioranza di presentare “una mozione a tutela del buon giornalismo, della qualità dell’informazione, della vera imparzialità e del vero pluralismo”, aggiungendo che verrà depositata anche “un’interrogazione: quello di Report e altre testate non sempre è giornalismo di inchiesta ma militante e a tesi”. Nel suo intervento, Mollicone ha accusato la trasmissione di “violare le comunicazioni di un parlamentare che sono tutelate dalla Costituzione” e ha espresso “solidarietà alla premier Meloni e al sottosegretario Fazzolari, che è stato anche diffamato da un componente del M5s in Antimafia”. Mollicone, presidente della Commissione Cultura della Camera, ha aggiunto che “noi siamo da sempre in prima linea per difendere il giornalismo di inchiesta vero, ma in questo caso c’è violazione palese della legge”.
Proseguendo, Mollicone ha definito i giornalisti di Report “analfabeti istituzionali” e ha sostenuto che “la buttano in caciara come ieri con un taglia e cuci, ciò non rispetta il codice deontologico e non ha nulla a che vedere con la libertà di stampa”. Pur ribadendo la “solidarietà umana e sentita a Ranucci”, il deputato ha ricordato che “in passato l’Urss finanziava alcuni giornali in Italia per la cosiddetta ‘disinformatia’ attraverso alcuni giornali”, citando “Paese Sera” e aggiungendo: “Indovinate da quale giornale ha iniziato la sua brillante carriera Ranucci? Ha iniziato da Paese Sera, evidentemente la disinformatia gli è rimasta nel sangue”.
Nel corso del suo intervento, Mollicone ha inoltre fatto riferimento alla composizione del Garante della Privacy, osservando che “si parla di Ghiglia, ma nessuno parla di Scorza che su Repubblica ammette il suo conflitto di interessi”. Proprio l’authority è al centro del dibattito per i presunti rapporti con il governo. Nelle scorse ore Giorgia Meloni ha ribadito che questo garante “è stato eletto durante il governo giallorosso, quota Pd e 5s e ha un presidente in quota Pd, e quindi dire che sia pressato da un governo di centrodestra mi pare ridicolo”. “Forse potevano scegliere meglio” ha aggiunto il premier, rimarcando che l’autorità “è eletta dal Parlamento, non è nostra competenza sulla possibilità di azzerare l'autorità. È una decisione che casomai spetta al collegio”.
E’ tornato a parlare del caso anche Ranucci, che ospite di “Un giorno da pecora” ha affermato che l’ipotesi di dimissioni del Garante dopo l’inchiesta del suo programma sarebbe “una grande sconfitta”. "L'inchiesta svela un'anomalia che conoscevamo da tempo: ha fatto comodo alla politica la gestione delle Authority così.
Credo che sia un problema serio in Italia", che tra l'altro "limita seriamente la libertà di stampa", ha aggiunto Ranucci, sottolineando che in Parlamento "devono approvare la mozione sulla libertà di stampa: tengano un faro acceso sul finanziamento delle Autorità, un passaggio chiave sul ruolo e sulla libertà di informazione".