Nel terzo compleanno di governo, Fratelli d'Italia sceglie Milano per schierare il pezzo pregiato, ministri, parlamentari e presidente del Senato, per festeggiare l'evento. La scelta non è casuale. Da Milano parte l'assalto dei meloniani al Pirellone. Nell'accordo per le regionali d'autunno, Fdi ha fatto un passo indietro in Veneto, lasciando la regione al leghista Alberto Stefani, per farne due in avanti nel 2028 quando di voterà per il dopo Fontana. La presidente del Consiglio Giorgia Meloni punta su Carlo Fidanza, uno della generazione Atreju. Più che di nomi il partito di maggioranza relativa vuole lanciare un segnale da Milano: «La regione tocca a noi». Il presidente del Senato Ignazio La Russa non si sottrae: «Il candidato in Regione deve essere un politico e Fratelli d'Italia ne ha tanti. La classe dirigente Fratelli d'Italia non teme. Lo farà un politico e Fratelli d'Italia ne ha più di uno in grado di farlo. Anche altri hanno nomi importanti, amichevolmente sceglieremo quello che dà più garanzie. Con la Lega non siamo in gara». Poi in fila i ministri Daniela Santanchè e Tommaso Foti ipotecano la bandiera meloniana per il Pirellone: La ministra Santanchè ricorda: «Siamo il primo partito della nostra coalizione, credo che sarebbe giusto che Fratelli d'Italia esprimesse il suo candidato, in accordo con la Lega e Forza Italia. Non c'è' da discutere e non c'è' da contrapporsi. Dall'altra parte hanno un po'di problemi e soprattutto si stanno incattivendo. È giusto che Fratelli d'Italia abbia il suo candidato con i tempi e i modi che saranno decisi dalla coalizione. Io sono per i politici perché abbiamo visto i disastri che hanno fatto i tecnici», a Milano invece «non sono certa che serva un politico. Possiamo ragionarci». Poi si ritorna alla vecchia rivendicazione di Fratelli d'Italia: non governiamo nessuna Eegione del Nord. Ecco che il ministro Foti mette agli atti: «Anche Fratelli d'Italia ha dei presidenti di Regione, non quanti meriterebbe, ma ne ha. Siamo talmente altruisti che, avendo un presidente di Regione uscente in Sicilia nella passata consiliatura, abbiamo lasciato il passo al senatore Schifani Forza Italia e il presidente Musumeci è diventato ministro quindi siamo un partito responsabile e disponibile ma ovviamente dobbiamo rispondere anche della massa di elettori che abbiamo a differenza del passato».
Un'accelerazione che preoccupa i leghisti lombardi. Massimiliano Romeo, capogruppo del Carroccio al Senato, frena: «Innanzitutto basta con questa storia del candidato. Concentriamoci sul tanto lavoro da fare e sulle risposte da dare ai lombardi visto che abbiamo ancora davanti tre anni. Quando arriverà il momento ne parleremo, tanto sappiamo benissimo tutti, avendo a che fare con la Lega, che il candidato sarà scelto dal territorio e non certo da Roma». Il tema candidature in Lombardia non distrae la coalizione dalla campagna elettorale in Veneto, Puglia e Campania, alle porte. Sabato sono state consegnate le candidature. In Veneto si va verso il derby nel centrodestra tra Luca Zaia, capolista in tutte le province, e Flavio Tosi di Fi. In Campania è quasi una sfida nazionale. Fdi schiera l'ex ministro Gennaro Sangiuliano.
Nella Lega scende in campo Daniela di Maggio, mamma di Giogiò, musicista ammazzato da coetanei. La lista Cirielli presidente punta sull'avvocato di Maradona Angelo Pisani. Il campo largo si affida ai figli di papà. Da Mastella jr a Cesaro jr.