di Francesco Forte
Mario Draghi, in mattinata, ieri, aveva dichiarato che era pronto a interventi non ortodossi. Il fatto che la Bce avesse mantenuto invariato a 0,75 il tasso di interesse veniva interpretato positivamente. Si reputava che ci sarebbero stati acquisti di Bonos spagnoli da parte della Bce. Ciò non rendeva necessario il ribasso del tasso per ridurre il costo del denaro nei paesi dell'area euro Sud. Questo costo, molto elevato ed anomalo, secondo quanto dichiarato dallo stesso Draghi, è influenzato dal livello dei tassi sui debiti pubblici, che si pensava sarebbero stati calmierati dagli acquisti della Bce, effettuati con questa motivazione.
Poi sono venuti i veti della Bundesbank. Draghi avrebbe bisogno che funzionasse il duo Hollande-Monti nella pressione su Angela Merkel, per poter superare con il consenso politico governativo il nein del governatore della Bundesbank Jens Weidmann. Ma il Ministro tedesco dell'economia ha dichiarato che prima che la Bce intervenga occorre che i governi mettano la casa in ordine e il leader socialdemocratico dell'opposizione Frank-Walter Steinmeier ha detto che i Paesi deboli non possono pretendere un aiuto senza contropartita. Handesblatt (il maggior quotidiano economico tedesco) ha scritto che la Bce con questi interventi violerebbe il suo mandato. Draghi ha cercato di scavalcare il muro degli alti spread, ma giunto alla cima, si è trovato i vetri aguzzi, costituiti dal veto della Bundesbank e dei media e dal dietrofront del governo di Berlino, incalzato dall'opposizione. Così il termometro finanziario, prima euforico ha cambiato rotta, è subentrato il pessimismo, lo spread sui Btp è salito al livello pericoloso e, comunque, costoso di 510. Agosto sarà un brutto mese, per l'euro, le Borse, il costo del denaro per le nostre imprese. Invece quelle tedesche continueranno a fruire di un tasso basso in modo anomalo che è la contropartita del nostro, alto in modo anomalo.
E più avanti che cosa accadrà? La mia ipotesi è che questo sia il gioco del cerino acceso. A Draghi sarà consentito superare il veto all'acquisto di Btp solo quando fossimo in estrema difficoltà e ciò servisse per tenerci nell'euro, onde evitare la nostra concorrenza alla Germania, da attuarsi con una euro-lira agganciata all'euro con una banda di oscillazione del 15% pressappoco come all'epoca del serpente monetario europeo. Ma non è detto che i tedeschi desiderino che la Spagna rimanga nell'euro se ciò è troppo costoso. D'altra parte il premier Monti ha dichiarato che lo spread molto alto può indurre molti in Italia a desiderare di uscire dall'euro. Lui presumibilmente pensa che ciò possa indurre i tedeschi a mutare linea. Ma il risultato di questa dichiarazione è di rafforzare la sensazione diffusa nelle banche londinesi (e non solo in quelle londinesi, né solo nelle banche) che dalle elezioni in Italia possa nascere una maggioranza tiepida verso l'euro e che, forzando le cose, si possano indurre gli italiani a desiderare di uscirne. E ciò farà aumentare lo spread perché agli speculatori contro l'euro come grande moneta internazionale si accoderanno quelli che hanno paura che ciò accada e quelli che temono le nuove imposte che il governo potrebbe mettere, per poter avere i soccorsi europei. Si porteranno altri soldi in Svizzera, Lussemburgo, Germania e dintorni.
Il gioco del cerino acceso si innescherà nel modo già visto. Difficoltà per la Spagna, veto alla Bce di intervento diretto. Richiesta di aiuti di Madrid all'Efsf (Fondo europeo di stabilizzazione finanziaria) o all'Esm (Meccanismo euro di stabilizzazione) e nuove condizioni tedesche per tali aiuti. Nell'intervallo, contagio all'Italia. Che per ora dichiara di non avere bisogno di questi fondi, ma potrebbe chiederli mancando l'intervento diretto della Bce. Apertura di procedura per gli adempimenti richiesti all'Italia. Spread elevato nell'intervallo. Suo successivo ribasso, ma concreta possibilità che, non volendosi tagliare la spesa, si adottino misure tributarie. Nel gioco del cerino acceso può accadere l'imprevisto. Allora la Bce interverrebbe per impedire il peggio.
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