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“Femminicidio politico”. Scoppia la rivolta "rosa" contro la Schlein per le Europee

Le parlamentari dem criticano le liste europee confezionate dalla Schlein: "È un femminicidio politico delle candidate donne". La vicepresidente dell'europarlamento accusa la segretaria: "Poco rispettoso"

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Solo cattive notizie dalle parti del Nazareno. Da qui alle prossime elezioni europee di giugno, la segretaria Elly Schlein sarà impegnata su due fronti politici sanguinosi e fratricidi. Da un lato l’eterna lotta a sinistra con il competitor Giuseppe Conte, numero uno del Movimento 5stelle e unico vero antagonista del fronte riformista dem. Dall’altro, la rivolta sempre meno silenziosa delle eurodeputate Pd a caccia di un seggio a Bruxelles. Un’agitazione interna dipinta di rosa che, oltre a mostrare l’ennesimo cortocircuito femminista del Pd, potrebbe logorare la segreteria Schlein.

A scatenare l’ira delle guerriere dem è bastata la notizia di una discesa in campo personale della Schlein in vista del voto di giugno. La segretaria, infatti, potrebbe sciogliere la riserva e decidere di candidarsi alle Europee ma non da capolista, bensì terza nella lista. Con una piccola eccezione: la scelta di guidare, in questo caso da prima della lista, il suo partito nelle Isole, cioè Sicilia e Sardegna. Tanto è servito per creare grossi mal di pancia interni al Partito democratico. Le prime a esporsi, proprio perché allo stesso tempo sono le prime a rischiare una bocciatura alle urne, sono tutte le eurodeputate dem in pole per una ricandidatura a Bruxelles. Il fronte della rivolta “rosa” è guidato da Pina Picierno, vicepresidente dell’europarlamento, Irene Tinagli, presidente della commissione affari economici. E ovviamente le due europarlamentari, Elisabetta Guelmini da una parte e Alessandra Moretti dall’altra.

L’attacco diretto della Picierno, direttamente dalle colonne de Il Foglio, non lascia spazio a interpretazioni. “Schlein? – esordisce - Un errore le sue scelte su Kyiv, candidature rosa e Patto di Stabilità”. Con lo sguardo sempre puntato verso le europee.“Leggere sui giornali di possibili capolista e in generale di scelte che avrebbero un effetto penalizzante sulle donne dem lo trovo poco rispettoso nei confronti di chi fin qui ha lavorato per il partito", dice la vicepresidente del Parlamento europeo. Una posizione tanto aspra quanto condivisa in casa dem.“È un femminicidio politico delle uscenti, ma più in generale delle candidate donne del Pd”: è lo sfogo, ripreso da Repubblica, che circola nelle chat del Partito democratico. Una situazione che, giova ricordarlo, viene aggravata dalle candidature “esterne” che Schlein potrebbe imporre ai suoi. Su tutte Cecilia Strada nel Nord-est, la giornalista Lucia Annunziata al Sud e la scrittrice Chiara Valerio, da sempre vicina alla cultura schleiniana.

Un azzardo che potrebbe costare caro alla segretaria e ai suoi fedelissimi.

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