Disposti a tutto, persino a finire in galera. Tornano le ronde nel Bresciano: armati di radio e cellulari, a gruppi pattuglieranno la Val di Sabbia. A pochi giorni dall'uccisione del ladro albanese a Serle i concittadini di Mirko Franzoni, guidati dal sindaco Gianluigi Zanola, sfidano il gelo con una fiaccolata per le vie del paese. «Mirko siamo tutti con te» gridano al giovane meccanico accusato di omicidio e arrestato per aver sparato, uccidendolo, il ladro. Solidarietà dal sindaco leghista di Adro, Oscar Lancini: «Se mi trovo in una situazione d'emergenza, rispondo con quello che ho. Se occorre torneremo alle ronde. Far la ronda non significa farsi giustizia, ma aiutare le forze dell'ordine. La legge non te lo consente: eccesso di difesa. Quindi si va in galera. E noi andiamo in galera». Lancini, noto per aver ricoperto di simboli leghisti il plesso scolastico dedicato a Gianfranco Miglio, incalza: «Agirei in tutte le maniere per difendere la mia proprietà. Un sindaco deve avere la libertà di poter fare qualsiasi cosa per garantire la sicurezza».
Due le versioni su quanto accaduto quella notte maledetta. Quella dell'indagato che parla di aver inseguito il malvivente per recuperare la refurtiva: «Quando l'abbiamo raggiunto, durante la scazzottata, è partito un colpo». Quella di testimoni che parlano di una spedizione punitiva con una caccia all'uomo di un'ora. «Poteva succedere a chiunque, qui la situazione è esasperata», commenta Ezio, il fratello di Mirko. Dal congresso della Lega a Torino Matteo Salvini, neoeletto segretario, dice: «Stiamo con chi ha difeso la sua casa. Forse quell'albanese faceva meglio a non venire in Italia». I dati dei carabinieri di Nuvolento mostrerebbero una realtà diversa. Nel 2013 i furti sono più che dimezzati: 5 denunce, contro la dozzina dell'anno precedente.
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