Quali sono i motivi per cui le persone decidono di abbandonare il loro animale? Sono dei bastardi? Certo, spesso lo sono, ma è un esercizio di maggior beneficio quello di capire le ragioni che li muovono a simili comportamenti incivili. È solo con la conoscenza che si combatte il male.
Una giovane donna, di nome Lisa, ha scritto un articolo su un tabloid americano, con una lucida analisi fondata sulla sua esperienza di volontaria per 10 anni in un'oasi canina e felina della Peta (People for Ethical Treatment of Animals) americana. «Ho visto un sacco di animali abbandonati -scrive Lisa- ma quelli che mi commuovono maggiormente sono gli owner surrenders (consegnati dai proprietari), quelli che avevano casa e famiglia e hanno perduto entrambe». Lisa ha cercato di mettere da parte i sentimenti e si è messa a interrogare con discrezione i padroni allo scopo di capire, per prevenire in futuro queste sgradite consegne al canile. È necessario chiarire che la società americana è diversa, per alcuni aspetti, dalla nostra e ci sono motivazioni diverse di abbandono nei canili. Non voglio qui scrivere di chi abbandona gli animali sullo svincolo dell'A1. Questi sono criminali che non meritano lo sforzo del questionario, ma solo le sbarre di un galera.
Le allergie, specie per quanto riguarda i gatti, sono tra le prime motivazioni. A parte casi effettivamente impossibili da risolvere, la gente spesso non sa che questi disturbi possono essere trattati. Talvolta i proprietari si separano dai propri animali perché questi diventano troppo malati per poterli curare. Pochi giorni fa, su queste colonne, sollevavo il problema del costo esagerato che hanno i farmaci veterinari rispetto agli identici umani. Con la crisi che viviamo, spendere 200 euro al mese invece di 50 per malattie croniche, ha il suo peso, anche se pare che i politici e gli stessi animalisti, non si curino molto del problema. Scrive giustamente Lisa, che molte persone non sanno pianificare il possesso di un animale rispetto alla famiglia. La mamma anziana si sente sola? Regaliamole un bel cagnolino così noi possiamo andare in ferie senza il rimorso della sua solitudine. Poi, succede che la mamma muore e il cagnolino, nell'appartamentino con moglie, marito e due figli, non ci sta. E dopo qualche ricerca di collocamento presso amici, finisce al canile dove, essendo già adulto, non riesce a entrare in armonia con i suoi compagni e con l'ambiente, diventando talvolta irritabile al punto da scoraggiarne l'adozione.
I traslochi sono un altro punto debole della catena, specie in America dove, cambiare casa o lavoro, è all'ordine del giorno. Ma la causa più frequente di abbandono in canile è rappresentata dai disturbi comportamentali: aggressività, ansia da separazione, fobie per i rumori possono far sorgere conflittualità insanabili se non vengono opportunamente trattati.
Lisa conclude molto saggiamente che una condizione essenziale per l'oasi di recupero è di ridurre gli abbandoni attraverso una costante educazione, nelle scuole, tra gli anziani e ovunque sia posibile.
Nella nostra realtà sociale, sono i gatti a subire maggiormente l'abbandono presso le oasi feline. E anche qui l'ignoranza la fa da padrona. Mi dice Laura, volontaria in un grande gattile, che, ancora oggi, le donne in gravidanza sono spinte dal medico (sic) ad «allontanare» il gatto per paura della toxoplasmosi (roba da medioevo). Nasce il bimbo e si ha paura che il gatto vada nella culla a graffiarlo. E via al gattile. Il cucciolo regalato per Natale a Carletto cresce e diventa un impegno, mentre Carletto ha in testa la playstation. E via al gattile.
- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
- sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.