Figlie pazze per i One Direction. E noi papà dimenticati al bar

Siamo tanti, abbiamo viaggiato per ore, ci guardiamo rassegnati Perché le nostre bambine sono allo stadio che piangono. E noi pure...

Figlie pazze per i One Direction. E noi papà dimenticati al bar

Lo confesso. Sono il papà di una «directioner». Non ho fatto nulla per meritare un simile destino. Ma nemmeno posso dire di essermi impegnato per evitarlo. Per dire, adesso, alle ore 17.13 di un sabato piovoso di un'estate farlocca sono nel «Baretto 1957» accanto al Meazza, assieme a decine di papà e mamme che si riparano dopo aver lasciato le figlie a uno degli ingressi dello stadio per il concerto degli One Direction, la band che è come il Topexan: solo chi ha dai 12 ai 17 anni sa di che si tratta, loro e i congiunti più vicini (una prece). Ci scambiamo sguardi di intesa e rassegnazione. Un uomo dall'aria mite esibisce una t-shirt azzurra con la scritta, in inglese: «Papà di una Directioner, ti prego 1D sposa mia figlia». Pover uomo. Poveri tutti noi.

Tutto è iniziato più di nove mesi fa, in un sabato di settembre. Quel giorno furono messi in vendita i biglietti per la data milanese dei cinque ragazzotti inglesi (uno mi pare che sia irlandese, ma potrei sbagliarmi). Un computer, un iPhone e un iPad tutti militarmente schierati in due città diverse nella mission di trovare due biglietti su internet a prezzi da codice penale in quella che pareva essere la più grossa truffa del rock and roll, con buona pace del rock e del roll. Biglietti che apparivano e sparivano, clessidre, attese, carte di credito sguainate. Non si uccidono così anche i cavalli. Poi il trionfo: nel pomeriggio, mentre lo scoramento avanza e una seconda data appare magicamente ma risulta già sold out due biglietti prendono per strane strade la via elettronica di Roma, a mio nome e con un prelievo a tre cifre dal conto corrente.

Da quel giorno ha inizio il più gigantesco conto alla rovescia che una famiglia possa immaginare. Il 28 giugno diventa il sol dell'avvenire, l'unico orizzonte consentito, il dopo-di-me-il-diluvio (e infatti oggi diluvia), madre e padre in una strategia da guerra fredda si fronteggiano palleggiandosi l'onere dell'accompagno. Poi l'idea geniale: regalare il secondo biglietto a un'amichetta lombarda, accompagnarle sul luogo del delitto e confidare nell'autonomia di due tredicenni. Ci sono stati Nobel assegnati per molto meno, garantisco.

Così stamattina eccoci tutti e tre in auto, a Roma. Destinazione San Siro, come cantava anni fa Antonello Venditti, in uno stupido orario da partenza intelligente. A bordo tutto fila liscio. Un cd degli 1D, poi un cd dei 5 Seconds of Summer, detto gruppo Schillaci perché band d'appoggio che però nel frattempo ha preso ad avere quasi più successo degli 1D (che destino, poi), poi un altro cd degli 1D. Nel frattempo tutti i tweet del mondo rimbalzano nell'abitacolo. Le directioner in viaggio verso lo stadio o già in fila davanti ai cancelli mandano foto, si fomentano a vicenda, ma come, nessuno degli 1D scrive nulla, ma sì, Niall batte un colpo salutando Milano, Liam pure, la tensione sale. Superiamo pullman con striscioni. A stasera non ci arriviamo, proprio no.

Il pranzo in autogrill invece che un momento di tregua diventa una liturgia «direzionale». Sosta verso Piacenza, nel ristorante ragazze si aggirano con vassoi pieni di quasi niente (la fame è poca, gli 1D sono meglio di Dukan) scortati da scodinzolanti genitori invece affamati assai. Giochiamo a riconoscere le directioner ma il passatempo perde presto interesse: sono tutte directioner o sventurati congiunti (un'altra prece). Short, maglietta 1D, braccialetto. Colpiscono gli sguardi delle ragazze: fissi, lugubri, scavati dalla tensione. Non si salutano tra loro, non c'è condivisione, la guerra è guerra. A stasera, ripeto, non ci arriviamo. Ecco Milano. La superiamo. Sosta a Olgiate Olona, dove abbiamo l'albergo, poi dai genitori dell'altra ragazza a Busto Arsizio, in auto a Lampugnano e di lì a piedi a San Siro. Piove. Mia figlia dice, con un filo di voce: sono le directioner che non sono potute venire che piangono. Dopo un po' esce il sole. Faccio lo spiritoso: questi sono i genitori di quelle directioner che sorridono. Rido da solo. Siamo in tanti.

I genitori portano ombrelli, riempiono di raccomandazioni giovani figlie in fiore decisamente nel pallone, le lasciano ai cancelli (il nostro è l'ingresso 3) poi restano in zona. Il Baretto è sempre più pieno. Abbiamo già preso due caffè. Dallo stadio arrivano boati infantili. Ce la facciamo una birretta?

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica