Il finto femminismo sulle "eroine" delle Ong

Da sinistra si spellano le mani ed elevano tre donne a simbolo della lotta al governo di Giorgia Meloni

Il finto femminismo sulle "eroine" delle Ong

Il vittimismo sembra essere diventata la principale arma delle Ong, appoggiate della sinistra italiana, contro il governo italiano. La regolamentazione dell'operato delle navi della flotta civile non viene digerita facilmente da chi pretende di poter agire autonomamente al di sopra delle indicazioni delle autorità, come dimostra quanto accaduto nell'ultimo weekend. La Louise Michel, che ha disobbedito alle indicazioni della Guardia costiera sarà ora costretta a restare in porto per i prossimi 20 giorni senza l'autorizzazione per lasciare la banchina e non è escluso che venga aperto un fascicolo dalla procura. In tutto questo, i soliti paladini del politicamente corretto sostengono la violazione delle regole e cercano di spostare l'attenzione elevando tre donne facenti parte di altrettante organizzazioni a paladine nello scontro con il governo che vede una donna come suo principale esponente.

La Repubblica le chiama "pasionarie del mare" ma la loro presenza, soprattutto da chi appoggia la lotta al patriarcato non dovrebbe essere motivo di sorpresa. Dovrebbe essere la normalità la presenza di tre donne in posti di rilievo, dovrebbe invece, stupire l'assenza di altre donne o, se ci sono, l'elevazione di tre a discapito delle altre. Da sabato a Lampedusa, e per i prossimi 20 giorni, dovrà starci Morana Milijanovic, capomissione di Louise Michel, che dopo aver disatteso per 15 ore le indicazioni della Guardia costiera, mettendo in pericolo i migranti presi a bordo, in numero ben maggiore rispetto a quelli che il motoscafo poteva trasportare. Il tutto nonostante le indicazioni della Guardia costiera di raggiungere il porto indicato, e le comunicazioni che informavano l'inizio delle operazioni di recupero delle stesse motovedette italiane.

Alza la voce anche Giorgia Linardi, portavoce di Sea-Watch, e lo fa puntando il dito contro la Guardia costiera, proprio per il caso della Louise Michel: "Riteniamo che una simile comunicazione non sia abituale e che, al contrario, possa essere associata alla nuova direzione politica della Guardia costiera, affidata a un ministro che ha come sua unica verità la feroce propaganda politica, soprattutto sul tema migratorio". Impossibile per lei, e per gli altri esponenti delle Ong, ammettere che esistono delle regole e che la Guardia costiera è chiamata a farle rispettare. Linardi cerca di addossare le responsabilità di tutti i naufragi nel Mediterraneo alla politica ma mai nelle sue parole, nemmeno nell'ultimo intervento fatto tramite l'Adnkronos, vengono menzionati i trafficanti, veri responsabili delle morti in mare.

Anche Luisa Albera, che da anni opera sulla Ocean Viking, viene inserita tra le "pasionarie del mare". Era a bordo della nave lo scorso weekend, quando la Guardia costiera libica ha esploso alcuni colpi di fucile contro la Ocean Viking che si stava avvicinando a un gommone carico di migranti.

Anche in quell'occasione è stato allertato il centro di controllo italiano, che non ha alcuna capacità di intervento, viste anche la distanza dal nostro Paese. Il tutto mentre l'Italia era impegnata in numerosi altri interventi di sua competenza, in un weekend che è stato all'insegna degli sbarchi.

Commenti
Disclaimer
I commenti saranno accettati:
  • dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
  • sabato, domenica e festivi dalle ore 10:00 alle ore 18:00.
Pubblica un commento
Non sono consentiti commenti che contengano termini violenti, discriminatori o che contravvengano alle elementari regole di netiquette. Qui le norme di comportamento per esteso.
Accedi
ilGiornale.it Logo Ricarica