
Si professano inclusivi, aperti al dialogo e, soprattutto democratici. Ma in più di un'occasione a sinistra hanno dimostrato l'esatto contrario, com'è accaduto al ministro per la Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo alla festa del Partito democratico a Torino. È stato lo stesso ministro a denunciarlo tramite una nota ufficiale, spiegando di aver scelto di parteciparvi "perché credo che il dialogo e il confronto siano le basi della nostra democrazia". Ascoltare e discutere, ha spiegato, "è il modo migliore per rafforzare la buona politica. Purtroppo, durante l'evento, sono stato insultato. È grave che un partito che si definisce democratico usi linguaggi violenti e ostili verso chi ha opinioni diverse".
Gli animi si sono riscaldati quando il ministro ha affrontato il tema della sicurezza a Torino, soffermandosi sulla situazione di Corso Giulio Cesare, dove ha detto di avere "vietato alla figlia di andare", e ha sostenuto che "l'unica cosa che ha fatto il sindaco per le periferie è stato legalizzare Askatasuna". Dai presenti sono partiti fischi e insulti nei confronti del ministro e un contestatore che gli chiedeva di CasaPound il ministro ha detto "stia tranquillo che penseremo anche a quello". Uno dei presenti, di età avanzata, ha gridato al ministro "siete sempre quelli dell'olio di ricino". Una situazione che non è passata inosservata al ministro: "Fischi, insulti e toni duri non hanno nulla a che fare con il confronto civile. Solo pochi giorni fa in Aula la senatrice del M5S Maiorino ha definito il ministro Tajani 'influencer prezzolato', e in America il giovane Kirk è stato ucciso per aver espresso le proprie idee". Di fronte a questo clima avvelenato, è il ragionamento di Zangrillo, "il rispetto e il dialogo sono principi indiscutibili della nostra convivenza civile. Abbassiamo i toni. Rispettiamo le idee altrui. Facciamo politica con responsabilità".
Il ministro ha ricevuto la solidarietà del presidente dei senatori di Forza Italia Maurizio Gasparri e del presidente dei deputati azzurri Paolo Barelli, che in una nota congiunta si dispiacciono di dover prendere atto "del fatto che un'occasione di confronto politico tra avversari scada in offese, aggressioni verbali e atteggiamenti intolleranti da parte di una platea del PD nei confronti di chi ricopre un ruolo istituzionale, proprio quando Antonio Tajani lascia un appello a tutte le forze politiche ad abbassare i toni dopo l'aggressione verbale da lui subita in Parlamento ad opera del M5S".
Ci auguriamo, è la loro conclusione, che "a differenza di quanto accaduto in occasione della pubblicazione dei volantini dei giovani del PD di Viterbo che scrivevano 'Tajani ci fai schifo!' stavolta il vertice del Partito Democratico abbia l'eleganza e il buonsenso di prendere le distanze da questi comportamenti irrispettosi".