Politica

Fisco, spiare diventa uno sport Ora si denuncia anche online

di Claudio Borghi Aquilini

L'economia è in recessione, le imprese chiudono, la disoccupazione aumenta ma, in compenso, è boom per la delazione. La Guardia di Finanza ha infatti diramato un trionfalistico comunicato in cui si evidenzia come le denunce di possibili evasori siano aumentate del 228%, accompagnate da un incremento del 92% rispetto all'anno scorso delle chiamate all'apposito numero 117. Per festeggiare l'evento le Fiamme Gialle hanno ben pensato di aggiungere una comoda sezione online nel loro sito internet da cui scaricare appositi moduli per la delazione perfetta: un bel formulario per ogni tipo di sospetto evasore. Doppio lavoro? Lavoro in nero? Mancati scontrini? Non c'è che da scegliere: un modulo per ogni fattispecie fino a quello che sicuramente sarà un must della stagione autunno-inverno, il formulario per segnalare i “finti poveri” (c'è davvero, non è uno scherzo). Pensate che comodità: al concorrente del negozio accanto o al vicino antipatico si può sparare qualche tripletta di moduli segnalandolo per affitto in nero, finta povertà e magari, per non sbagliare, “tombola in ambito privato senza fini ludici” (c'è davvero anche un modulo per questo). Cascano le braccia.
Un paese che gioisce della delazione, nonostante la privacy sia già un lontano ricordo è avviato a rinverdire i fasti della Germania Est. Intendiamoci, nessuno vuol difendere l'evasore. Continuiamo a dire che sarebbe molto più credibile proporre una lotta senza quartiere alla frode fiscale se, in parallelo, si riducessero sensibilmente le aliquote fino a rendere l'ambiente economico minimamente vivibile per il lavoro nel suo complesso (le eccellenze sono eroiche ma non sono la media) ma, anche tenendoci le tasse che ci sono oggi, lo Stato ha ogni tipo di mezzo ordinario e straordinario per intrufolarsi con mezzi propri nella vita dei cittadini senza bisogno di rivolgersi a delatori e cacciatori di taglie. L'arsenale ispettivo del fisco e dell'autorità giudiziaria è stato già considerato più volte dal povero garante della privacy come esorbitante rispetto ai limiti di civiltà ma «giustificato secondo uno scenario di guerra».
Come dimostra un'inchiesta riportata sull'ultimo numero di Panorama i nostri conti correnti sono controllati con l'apposita anagrafe che potrà verificarne saldi e consistenze; auto e barche sono registrate negli appositi casellari che possono essere incrociate con le loro anagrafiche; della riservatezza delle telefonate meglio tacere. Verrebbe da dire che i mezzi di accertamento siano già sovrabbondanti, allora perché comportarsi come un arbitro di calcio che, invece di fare il proprio mestiere, si mette a bordo campo a raccogliere le opinioni dei giocatori lasciando che si scannino tra di loro per poi, eventualmente, fischiare il rigore? L'impressione è che ci sia l'interesse ad incentivare l'odio. Un divide et impera su larga scala con l'obiettivo di mettere tutti contro tutti per imporre meglio tassazioni inique, facendo credere che i balzelli siano esagerati per colpa di quel farabutto del vicino e non per colpa di spese senza controllo o di politiche europee sbagliate alla radice.
Prendiamo per esempio la tassa sulla nautica: perfetta per soddisfare le ambizioni di caccia al ricco della sinistra, incredibilmente votata anche dalla destra, terreno fertile per invidie e ripicche, per delazioni estive con formulario e salvagente. Il risultato? Un gettito di soli 24 milioni pagato con lo svuotamento dei porti, la crisi dei cantieri e la perdita di 20mila posti di lavoro. Ebbene, bastava tagliare i rimborsi spese del consiglio del Lazio per evitare la tassa ma, soprattutto, si tratta di una cifra 2mila volte inferiore a quanto dovremo pagare per metterci in pari col fiscal compact. Quelle sono le cose di cui si dovrebbe parlare.

Evidentemente però è più comodo distrarre i cittadini con il “numero di telefono antisprechi” o con i moduli per denunciare il vicino, non sia mai che inizino a porsi domande.
Twitter: @borghi_claudio

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