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"Tassare i ricchi". Le mani della sinistra sulla casa

Per far cassa, la sinistra sogna di attingere dai risparmi degli italiani. In tv Fornero rivendica la tassa sulla casa e Salvini sbotta: "Marziana o marxista?". Anche Schlein e Bonaccini tentati dalla patrimoniale

"Tassare i ricchi". Le mani della sinistra sulla casa

Quando bisogna far cassa, a sinistra sembrano conoscere una sola ricetta: allungare le mani nelle tasche degli italiani e attingere dai loro risparmi di una vita. Passano gli anni e i governi, ma nell'area progressista la tentazione di fondo (talvolta pure attuata) rimane sempre quella. In alcuni casi il proponimento viene un po' dissimulato, perché promettere salassi - ancorché mirati - non è mai simpatico, in altri invece viene addirittura rivendicato senza troppi giri di parole. In ogni caso l'intenzione di fondo rimane sempre quella, riassumibile nel concetto di "patrimoniale".

"Tassiamo i ricchi"

Gira e rigira, l'idea di rosicchiare qualunque forma di ricchezza (che non piove mai dal cielo, ma è frutto di sacrifici) continua essere considerata una soluzione equa e praticabile. Nei giorni scorsi, ad esempio, l'ex ministro Elsa Fornero ha ricordato con un certo compiacimento uno dei più controversi provvedimenti del governo Monti. "Il nostro governo aveva messo un'imposta sulla casa. La casa è la forma principale di ricchezza degli italiani. Forse avremmo dovuto fissare un livello più grande. Ma quello era: 'tassiamo i ricchi"...", ha affermato la professoressa a diMartedì, aggiungendo pure quel dubbio sul possibile innalzamento della soglia. Parole che sui social sono state rilanciate in modo critico da Matteo Salvini. "La Fornero, sempre lei: 'Giusto tassare chi possiede una casa… tassiamo i ricchi!' Marziana o marxiana?", ha commentato il leader leghista.

Così la sinistra stima i patrimoni

L'assurda idea di fondo, quella ci provoca un'immediata orticaria, sta propro nel considerare le proprietà private come un bene da (tar)tassare. Anche perché di solito le case sono il risultato di risparmi accumulati in una vita e non uno sfizio che le famiglie si concedono per eccedenza di denaro. Su questo aspetto, in genere, da sinistra ribattono che a essere tassati saranno solo i grandi patrimoni, ovvero quelli dei Paperoni che dispongono di consistenti ricchezze. Ma il concetto di prosperità economica, da quelle parti, sembra piuttosto aleatorio. Di recente, Elly Schlein - riprendendo una proposta della campagna elettorale dem - aveva ipotizzato una tassa di successione "più progressiva" con esenzione fino a 500mila euro. Ma la suddetta cifra non ci sembra appannaggio dei super ricchi.

La "redistribuzione" proposta da Bonaccini

Proprio nelle scorse ore, poi, Stefano Bonaccini aveva evocato una redistribuzione della ricchezza, concetto poi diclinato con l'ipotesi di una patrimoniale. "Se dobbiamo chiedere un sacrificio stavolta partiamo da chi genera fatturati immensi", aveva affermato l'aspirante segretario dem, riferendosi "alle grandi multinazionali che generano qui ricchezza che poi portano altrove". Il punto è che - al netto dell'efficacia dell'operazione - partire da qualcosa presuppone poi una prosecuzione.

E, ripensando a una certa tradizione di sinistra in materia, il timore che la tassazione arrivi a patrimoni meno consistenti è tutt'altro che ingiustificato.

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