Politica

Formigoni: no divisioni. Gasparri: servono decisioni

Dopo che Berlusconi ha annunciato la fine del Pdl, arrivano le prime reazioni dal mondo politico. Formigoni: "Bisogna procedere a un’opera di rinnovamento e di pulizia interna" ma "la cosa fondamentale è non dividersi"

Formigoni: no divisioni. Gasparri: servono decisioni

"Bisogna procedere a un’opera di rinnovamento e di pulizia interna" ma "la cosa fondamentale è non dividersi". Il presidente della Regione Lombardia Roberto Formigoni, a margine di un incontro alla Fiera di Rho, ha risposto così a una domanda sulla situazione interna al Pdl dopo che Silvio Berlusconi ha praticamente annunciato la fine del partito.

"Ho incontrato il presidente Berlusconi, è confermata la nostra disponibilità a dare vita assieme ad altri a un rassemblement moderato che possa esprimere il centrodestra italiano in alternativa alla sinistra", ha aggiunto il governatore della Lombardia.

"Berlusconi con la sua solita genialità ha capito che il Pdl è stato un esperimento da laboratorio che non è riuscito. Il Pdl va ripensato e ci aspettiamo un’altra delle sue idee, non necessariamente un Predellino ma qualcosa che ci faccia uscire da questo stato di stallo", ha spiegato Nunzia Di Girolamo (Pdl) a Tgcom24 aggiungendo che "va cambiato il Pdl, bisogna pensare ad un partito più leggero e moderno. Berlusconi non rottama, costruisce, quindi costruirà qualcosa di nuovo e terrà conto della base che si è fatta sentire molto di più negli ultimi tempi. Lui ha la forza e l’intelligenza per guardare ad una nuova fase della politica e del partito, quindi riuscirà ad innovare il partito e le idee".

Un po' diverso il commento del capogruppo del Pdl alla Camera, Fabrizio Cicchitto. "Guai agli slogan privi di indicazioni politiche. Il termine rottamare è stato usato nel Pd e adesso viene adottato ai più vari livelli anche nel Pdl, ma bisogna evitare di buttare via insieme all'acqua sporca (a proposito quand'è che Fiorito viene anche formalmente espulso dal Pdl?) anche il bambino. Ora, malgrado tutto, il PdL esiste tuttora a livello nazionale e locale e a livello parlamentare è addirittura ancora determinante", ha dichiarato Cicchitto.

Che poi in una nota ha aggiunto: "Il Pdl può cambiare anche nel modo più radicale, nome e regole comprese; ma se questo cambiamento non sarà motivato e sostenuto da precise scelte politiche, anche esso sarà solo un'operazione di restyling. Bisogna sapere quanto prima se a guidare la prossima battaglia sarà Berlusconi o dovremo fare una scelta diversa, visto che ipotesi di aggregazione di tutti i moderati sono stati a suo tempo scartate da Casini e da altri. Bisognerà poi fare una grande e forte scelta programmatica e sociale di segno opposto a quella del Pd: dall'abbattimento del debito alternativo alla patrimoniale all'impegno per misure antirecessive in direzione di imprese, lavoratori autonomi, giovani".

"Per il Pdl meno vertici e più decisioni", ha scritto su Twitter il presidente della Regione Campania, Stefano Caldoro, spiegando che "serve un modello innovativo e non le vecchie liturgie". Maurizio Gasparri, capogruppo Pdl al Senato, si è detto d'accordo con Caldoro: "Ha ragione quando dice che per il Pdl servono più decisioni che riunioni. Alfano ne ha proposte di concrete a Berlusconi. Le attuino. La politica è azione non dissertazione ed in questa fase deve essere soprattutto rigore morale, tema ineludibile all’interno di tutte le forze politiche".

Per Maurizio Lupi "da due mesi abbiamo iniziato con Alfano e Berlusconi un lavoro vero di innovazione. Non si tratta di cambiare i nomi ma di rifondare il partito sulla base di una proposta politica nuova che torni a dialogare con la società, una classe dirigente in grado di recuperare quel distacco che c’è dai cittadini. Faremo una grande assemblea straordinaria di rifondazione che servirà a stabilire i criteri per la selezione della classe dirigente che si presenterà alle elezioni, parleremo dei programmi, dei contenuti e del nome: il nome "Centrodestra Italiano" a me piace molto, vediamo se sarà preso".

Per Alessandro Cattaneo, leader dei Formattatori, "il secondo tempo del Pdl non può iniziare con una rincorsa. Bisogna iniziare ad anticipare le mosse. Reset? Una parola che suona familiare ma non basterà né un logo, né un nuovo nome a far perdere le tracce di un partito che non ha funzionato a causa di una classe dirigente troppo impegnata a difendere se stessa e a causa di prassi che hanno escluso il cittadino dai processi decisionali. Su questo saremo vigili e presenti in tutte le piazze d’Italia, a partire da domenica 7 ottobre a Treviso, per proporre un’idea di centrodestra moderna e trasparente e soprattutto aperta alla gente".

"Non dobbiamo rottamare ma innovare. La cosa migliore è uscire dalle ipocrisi, azzerare il Pdl e ripartire una proposta politica che sia di interesse per la soluzione dei problemi degli italiani. Berlusconi tra le sue caratteristiche ha quella primaria di sentire cosa vogliono gli italiani.

Spero che Berlusconi
guardi più all’interesse dell’elettore che all’interesse dei palazzi", ha dichiarato Daniela Santanchè (Pdl) a Tgcom24.

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