Formigoni: "La Regione non è indagata Adesso basta attacchi"

Il governatore furibondo: "Chi continua ad accostarci al San Raffaele e alla Maugeri sarà querelato. Ci sarà qualche episodio di corruzione, ma il sistema sanitario è sano"

Formigoni: "La Regione  non è indagata Adesso basta attacchi"

Milano - Presidente Roberto Formigoni, allora querela?
«Assolutamente sì. Chiunque associ Regione Lombardia alle indagini su san Raffaele e Fondazione Maugeri, sarà querelato per diffamazione. E con richiesta di danni».
Ci sono altri sei arrestati per faccende di sanità.
«È una fondazione privata dove io non ho il dovere, ma soprattutto il potere di vedere i bilanci. Anche se ci provassi, mi direbbero “Formigoni stia a casa sua”».
Lei dice che Formigoni non c’entra nulla?
«Limpido come acqua di fonte. Parliamo di una delle 880mila aziende private lombarde. E come fondazione deve consegnare i bilanci al prefetto. L’unico che può controllare».
La sanità è una competenza della Regione.
«Il rapporto tra la Regione e le fondazioni è semplicemente che noi acquistiamo da loro dei prodotti, in questo caso prestazioni sanitarie e assistenziali».
Solo alla Maugeri vanno 111 milioni di euro all’anno. Un fiume di denaro pubblico.
«La Lombardia è la settima regione per contributi ai privati, dietro a molte di centrosinistra. Il nostro solo dovere è verificare la qualità delle prestazioni e la congruità del prezzo. E tutti riconoscono che la Maugeri è un’assoluta eccellenza. A prezzi fissati per legge».
Quindi non si dimette?
«Perché dovrei? Non sono indagato, nessun dirigente o politico della giunta è indagato e nessun atto della Regione è sottoposto a indagine. Né in questo, né in nessun altro caso. E sono migliaia».
Ci sono altri sei arrestati. Dopo «San Raffaele» e «Santa Rita».
«Solo soggetti esterni. Se hanno sbagliato dovranno pagare».
Il direttore amministrativo della Maugeri sembra abbia detto che era meglio servirsi da Pierangelo Daccò perché era un uomo di Formigoni.
«Di Passerino non conosco nemmeno la faccia. Credo sia un signore che sotto stress ha dovuto giustificare le sue scelte e abbia cercato di scaricare le colpe su altri».
Lei respinge l’accusa?
«Ha mentito».
Quelle foto di lei in vacanza con Daccò? Un uomo di Cl.
«Nulla di male ad aver passato alcuni giorni con Daccò. Faccio politica da anni e un presidente di Regione conosce tanta gente. Poi lui fa il suo lavoro e io il mio».
La corruzione sulla salute della gente fa rabbrividire.
«Sono colpito e preoccupato. Ma dico che eventuali episodi di corruzione non influiscono assolutamente sulla sanità più efficiente e ai prezzi più bassi del Paese».
E questo cosa significa?
«Ci saranno anche delle mele marce, ma non c’è assolutamente un sistema. Perché dove c’è corruzione, c’è anche malasanità».
Non sono troppe queste mele?
«Lancio una proposta: intensifichiamo il controllo pubblico. Non sia più sufficiente per le fondazioni presentare i bilanci al prefetto, ma aumentiamo le verifiche per i fornitori al pubblico. Sanità, ma anche infrastrutture».
C’è troppa corruzione?
«E va combattuta. Ma non solo nella politica, anche tra imprenditori, finanza, forze dell’ordine e perfino magistrati».
Non vorrà mica dire mal comune, mezzo gaudio.
«Certamente no. La corruzione è un male, soprattutto in tempi di crisi. È giusto indignarsi».
Prima le indagini sulla Lega, poi quelle sulla sanità lombarda. L’asse del centrodestra che governa il Nord è nel mirino?
«Non credo ai complotti, ho fiducia nei magistrati».
Anche se il giorno prima dell’arresto l’«Espresso», il settimanale del gruppo De Benedetti (tessera numero uno del Pd) ha pubblicato tutto?
«L’Espresso è scandaloso, ha pubblicato cose che sarebbero successe e coperte da segreto istruttorio. Sarebbe bene che chi di dovere indagasse».
La sinistra chiede le sue dimissioni.
«Ipocriti. Ci sono quattro regioni governate dal centrosinistra con presidente indagato e il sindaco di una grande città del Sud. E la sinistra non dice nulla».


Dice Nichi Vendola in Puglia, Vasco Errani in Emilia Romagna, De Magistris a Napoli?
«Ogni partito ha ormai qualche figura apicale nei guai. Smettiamola di farci la guerra. La corruzione è un male diffuso e grave. Affrontiamolo, ma con serietà».
Ora risistema la giunta?
«Sì. Ma niente nomi».

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