Roma - Matteo Renzi ha da poco finito di parlare e sul web già girano le parodie delle sue slide con al suo posto Giorgio Mastrota, il più assiduo venditore tv di padelle e materassi. E qualcuno nota con fastidio il piglio da piazzista esibito dal premier. «Renzi a metà tra il presidente del Consiglio e il venditore di pentole. Valuteremo dalla reale qualità delle pentole se acquistarle. Speriamo di non doverci accorgere, quando non saremo soddisfatti, che non ci sono più i soldi per essere rimborsati», scrive su Facebook Giorgia Meloni, presidente nazionale di Fratelli d'Italia.
In zona Forza Italia c'è molto scetticismo. Il primo a dire la sua è, come accade spesso, Renato Brunetta, che esprime «grande delusione per le parole del presidente Renzi e un pizzico di nostalgia. Giulio Tremonti, quando fu accusato di finanza creativa, era un dilettante. Oggi è stato superato mille volte dallo scenario immaginifico tracciato che non tiene conto di alcunché». La Lega va oltre e parla chiaramente di bluff. «Renzi ha fatto un comizio da campagna elettorale come segretario del Pd. Ha parlato solo di disegni di legge, senza indicare le coperture economiche mistificando la realtà e prendendo in giro i cittadini», scrive il deputato del Carroccio Guido Guidesi. Prevedibilmente durissimo il MoVimento 5 Stelle: «Renzi è come il pesciolino rosso delle sue slide. Non ha nulla da dire anche se apre la bocca. Per il resto, il suo piano per il lavoro e l'economia è fuffa allo stato puro», tagliano corto i deputati grillini.
L'applausometro si mette in moto spostandosi al centro. Pier Ferdinando Casini azzarda una «svolta vera» perché «è il primo grande intervento di abbassamento della pressione fiscale». Il segretario generale dell'Uil Luigi Angeletti tira un respiro di sollievo: «Finalmente, dopo quattro anni di scioperi e manifestazioni siamo riusciti a far sì che i lavoratori abbiano una consistente riduzione delle tasse». Il collega della Cisl, Raffaele Bonanni, crede davvero che stavolta Renzi non metterà le mani nelle tasche degli Italiani, se non altro perché «se non dovesse fare così sarebbe un boomerang». E il segretario della Cgil Susanna Camusso è soddisfatta: «Sciopero? Oggi cominciamo a festeggiare. Bene la scelta di intervenire subito sulla riduzione della tassazione per il lavoro dipendente» e «aver fatto riferimento non solo al lavoro dipendente ma anche agli assimilati, quindi alle forme di lavoro precario».
Entusiasta naturalmente il renziano di ferro Dario Nardella, vicesindaco di Firenze: «In tre mesi non si può cambiare il Paese, ma si può far partire la scintilla che dà fuoco alle polveri». Speriamo di non dover chiamare i pompieri.- dal lunedì al venerdì dalle ore 10:00 alle ore 20:00
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