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"Non ce l'ha detto". Si allarga il caso delle lezioni di Francesca Albanese nelle scuole

In un istituto di San Lazzero di Savena nel bolognese una docente avrebbe agito in autonomia senza informare dirigente scolastico e Consiglio di istituto: "Pluralismo necessario per un apprendimento consapevole"

"Non ce l'ha detto". Si allarga il caso delle lezioni di Francesca Albanese nelle scuole
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Il "caso Francesca Albanese", come è stato ribattezzato, si sta ampliando. I webinar organizzati dalla rete dei "Docenti per Gaza" nelle scuole italiane di secondo grado hanno sollevato molte critiche e dubbi di opportunità per come sono stati pensati e introdotti. Dopo l'annuncio degli ispettori nell'istituto di Pontedera, è notizia di oggi che il ministero dell'Istruzione e del Merito ha avviato accertamenti anche in altre due scuole, entrambe in Emilia-Romagna, a San Lazzaro di Savena in provincia di Bologna e in provincia di Reggio Emilia, a Castelnovo Monti.

Il caso più controverso è quello dell'istituto del bolognese, dove pare che l'invito sia partito in autonomia da una docente di italiano di una classe quinta, senza preavvisare né il Consiglio di istituto e nemmeno il dirigente scolastico. Trattandosi di una quinta superiore si presuppone che tutti gli studenti abbiano raggiunto la maggiore età ma diversi genitori hanno scritto al preside per avere maggiori informazioni sulle modalità, anche perché non è chiaro se agli studenti sia stata data possibilità decisionale sul partecipare o meno all'incontro virtuale. Infatti, come ricostruito dal Resto del Carlino in edicola oggi, dopo aver concluso la prima ora regolare di lezione, la docente li avrebbe informati che si sarebbero collegati con la relatrice speciale dell'Onu per i territori palestinesi. Proprio per avere un quadro di quanto accaduto, il dirigente scolastico ha chiesto una "relazione didattica" alla docente per capire come si sia svolto l'incontro. "Sono in attesa della relazione didattica da me personalmente richiesta alla docente che ha preso l’iniziativa. Relazione che ho richiesto nel rispetto della libertà didattica, ma anche del pluralismo necessario per un apprendimento consapevole. Non eravamo a conoscenza dell’iniziativa presa dalla docente, né io come organo monocratico né il Consiglio di istituto come organo collegiale", ha spiegato il dirigente scolastico al Resto del Carlino.

"Da quello che mi è stato raccontato nella prima fase del collegamento Albanese ha presentato il suo libro ‘Quando il mondo dorme’ per, poi, spiegare che ora vive all’estero e che tutti i suoi conti sono stati bloccati a seguito di una serie di indagini sul suo conto. Da lì avrebbe, poi, parlato del suo passato, della sua conoscenza della Palestina, di Gaza, e di quanto sta accadendo", ha dichiarato un genitore al quotidiano bolognese. Il direttore generale dell’Ufficio scolastico regionale, Bruno Di Palma, interpellato dalla stessa testata, ha aggiunto che, "come sempre in questi casi, faremo gli approfondimenti necessari nelle scuole segnalate". Nelle scuole, ha precisato, "ci sono delle regole, la vicenda è delicata e prima di esprimersi bisogna approfondire il caso".

Oggi gli ispettori sono attesi a Pontedera ma la dirigente scolastica nei giorni scorsi, senza voler fare ulteriori commenti, ha spiegato che oggi avrebbe avuto "un colloquio telefonico" con gli ispettori ministeriali. A favore di Francesca Albanese si sono schierati tutti i gruppi della sinistra radicale extraparlamentare e anche qualche sporadico esponente della sinistra parlamentare.

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