Il fuoco dei clan sulla Città della Scienza

Il fuoco dei clan sulla Città della Scienza

Nubi altissime sulla Città della Scienza. Il rogo è stato spento nella tarda mattinata di ieri dopo 13 ore di lavoro dai vigili del fuoco ma, è sulla «morte» di questo «gioiello» che oggi si è trasformato in un «monumento spettrale» che i addensano terribili sospetti. Uno su tutti: la camorra ha distrutto tre padiglioni su quattro, l'intero polo museale. Una mazzata durissima per i lavoratori della Città, già all'inferno da 11 mesi, perché privati del loro stipendio. Con i vigili del fuoco si sono messi subito al lavoro gli investigatori, gli agenti della squadra mobile e la Procura. Pm della Procura ordinaria ma anche quelli della Direzione distrettuale antimafia. Ieri, a poche ore dal rogo a Palazzo di Giustizia si è tenuto un vertice. Saranno necessari accertamenti tecnici di laboratorio per stabilire la natura dell'incendio che ha distrutto la Città della Scienza.
Al momento gli inquirenti sembrano privilegiare la pista dell'incendio doloso ad opera della camorra, anche se non vengono escluse altre ipotesi investigative. La polizia scientifica ha provveduto alla esecuzione delle tamponature in diversi punti dell'area incendiata per accertare una eventuale presenza di liquido infiammabile. Pare infatti che le fiamme siano divampate, contemporaneamente, in più punti della «cittadella». Nessun aiuto potrà arrivare dalle numerose telecamere di sorveglianza installate un po' ovunque, ma distrutte dalle fiamme.
Al vertice in Procura hanno preso parte con i pm Michele Del Prete e Ilaria Sasso del Verme, anche gli uomini della squadra mobile e della polizia scientifica, i carabinieri e i vigili del fuoco. Certezze che dietro al colossale incendio ci sia la camorra non ne sarebbero uscite al termine del summit. Tra gli elementi che inducono gli inquirenti a privilegiare l'ipotesi dell'attentato vi sono alcune fotografie postate da testimoni sui social network che lascerebbero pensare che le fiamme siano divampate contemporaneamente in più punti. Gli inquirenti escludono, almeno al momento un nesso con l'esistenza di una polizza assicurativa contratta da Città della Scienza come pure con la crisi economica che da 11 mesi blocca il pagamento degli stipendi. Solidarietà e polemiche mentre il rogo era ancora attivo. Il sindaco Luigi De Magistris, da buon ex pm ha già dato una sentenza, che, invece, si sono ben guardati dall'emetterla i suoi ex colleghi. «Oggi migliaia di ragazzi e bambini di Napoli si sono svegliati piangendo per la distruzione di Città della Scienza. Napoli è sotto attacco. Mi sembra che dietro le fiamme ci sia una mano criminale. Ora dobbiamo affidarci alla magistratura per indagini più approfondite» ha ribadito il sindaco. Più cauto lo scrittore Roberto Saviano, negli ultimi tempi spesso in contrasto col primo cittadino: «Sembra che a Napoli nulla sia destinato a sopravvivere. Dolo o incidente?». In lutto i lavoratori, riunitisi ieri in assemblea, già preoccupati per i loro posto di lavoro. Il responsabile della sicurezza Antonio Di Roberto ha un sospetto.

«Al mio arrivo le fiamme erano già alte e i 12mila metri quadri del complesso già completamente avvolti dalle fiamme. L'impianto antincendi nulla ha potuto perchè si tratta di un impianto che scatta in presenza di fumo, mentre qui sono da subito divampate le fiamme. Chiunque sia stato, se l'incendio è doloso è venuto dal mare».

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