RomaVote for Grillo. Nell'antivigilia dell'insediamento delle prime Camere a cinque stelle, il comico genovese incassa il sorprendente endorsement dell'ambasciatore Usa in Italia, David Thorne. Il diplomatico, parlando agli studenti del Liceo Visconti di Roma, ha indicato il «partito» di Grillo come vero modello da seguire: «Voi giovani siete il futuro dell'Italia, un Paese importantissimo. Voi potete prendere in mano il vostro Paese e agire, come il Movimento 5 Stelle, per le riforme e il cambiamento. Spero che molti di voi daranno un contributo positivo in questo senso per il vostro Paese».
Parole che Grillo, che disprezza tutti fin quando non gli fanno un assist, rilancia subito su twitter e sul suo blog, ricordando peraltro che «già a febbraio il segretario di Stato americano John Kerry, in visita in Italia, aveva incontrato esponenti della politica italiana e in quell'occasione aveva chiarito che gli Usa guardano da tempo al fenomeno Grillo e c'è molta attenzione al movimento, senza nessuna demonizzazione». E parole che non fanno felice il resto del mondo politico italiano. «Una gravissima ingerenza nelle vicende italiane», si scandalizza il parlamentare del Pd Michele Anzaldi, che fa un appello al ministro degli Esteri Terzi di Santagata perché «chieda immediatamente spiegazioni all'ambasciata americana e chieda al dipartimento di Stato una correzione e una smentita rispetto a queste dichiarazioni, rese peraltro in una scuola, di fronte ai ragazzi. Proprio perché amici e ammiratori della grande democrazia americana, non è davvero accettabile una simile entrata a gamba tesa, in un momento tanto delicato della nostra vita politica istituzionale». Anche il Pdl è infastidito. «Ci si mette anche l'ambasciatore degli Stati Uniti a trinciare giudizi sulle vicende politiche interne di un paese da sempre amico e alleato», dice seccato il senatore Pdl Carlo Giovanardi. Reazioni che spingono l'ambasciata americana a una nota ufficiale per spiegare che «non appoggia nessun soggetto politico. Dialoga con tutti e sostiene l'uso dei social media come strumento di cambiamento».
Ma ieri è stato anche il giorno dell'ennesima intervista di Grillo a un giornale straniero. Stavolta il prescelto è il quotidiano finanziario tedesco Handelsblatt, a cui il leader dei Cinque Stelle detta il de profundis dell'economia italiana, «di fatto già fuori dall'euro». Secondo il comico i Paesi del Nord Europa lo sanno e tengono Roma nell'Eurozona solo fin quando «avranno recuperato gli investimenti delle loro banche nei titoli di Stato italiani. Poi ci lasceranno cadere come una patata bollente». Grillo aggiunge di non essere contro l'Ue ma di avere in mente solo «un piano B per l'Europa» e conferma l'intenzione di svolgere «un referendum online sull'euro, così come sulla direttiva Bolkestein, sul Trattato di Lisbona».
Grillo poi sul suo blog scrive un dolente anti-inno dell'Italia, un «povero Paese» dove «deputati e senatori della Repubblica si umiliano in gruppo per il loro padrone e occupano un tribunale della Repubblica senza che nessuno intervenga» e dove «l'informazione peggiore (di gran lunga) dell'Occidente» usa «il suo potere per infangare chiunque voglia il cambiamento, la trasparenza, la pulizia morale».
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