RomaCisterna di Latina: uccise dall'ex marito indiano. L'uomo, Kumar Raj, 37 anni, MANOVALE, reo confesso, è stato arrestato per duplice delitto volontario. Non accettava che la donna avesse una nuova relazione. Massacrate per gelosia: la ragazza, 19 anni, riversa in cucina in un lago di sangue. La madre, 56 anni, stesa in camera da letto, colpita da una furia assassina. La porta d'ingresso chiusa a chiave e l'arma del delitto svanita nel nulla.
Un giallo, quello di Borgo Flora, Cisterna di Latina, risolto in poche ore. Tutto comincia sabato sera quando vengono trovati i cadaveri di Francesca Di Grazia e di sua figlia Martina Incocciati. In casa, un appartamento in via dei Bonificatori 5, poche ore prima c'era stato un litigio violento. Protagoniste le due donne assieme al cittadino indiano, lo stesso che la mattina dopo si trasformerà in una belva omicida.
Francesca, dopo una prima relazione con un italiano dal quale aveva avuto Martina, nel 2008 si sposa in India con lo straniero. Ma le cose fra i tre non vanno bene tanto che i coniugi si separano e l'uomo, un manovale, si trasferisce a Nettuno. La donna, nel frattempo, conosce un nordafricano e di tornare con il marito non ne vuol sapere.
È il prologo dell'ennesimo episodio di violenza sulle donne. Una striscia di sangue da far paura: 124 donne ammazzate in Italia nel 2012, due a settimana stando ai primi, agghiaccianti, risultati del 2013. Colpita da decine di coltellate la giovane vittima che avrebbe anche cercato di difendersi dal suo carnefice secondo i primi risultati della perizia medica avvenuta sabato notte. Un solo colpo alla gola, invece, quello inferto alla cinquantenne tanto che fino a sera, prima dell'arrivo del medico legale, gli investigatori pensano a uno scenario criminale del tipo omicidio-suicidio. Il coltello? Nascosto dal corpo della donna tanto che per ore i cadaveri non vengono spostati. È il medico, però, a smontare questa ipotesi. Francesca, separata da anni, viveva arrangiandosi come cartomante mentre la figlia, abbandonati gli studi superiori, era in cerca di un occupazione stabile. Il padre naturale della 19enne trasferito all'estero.
Un possibile movente c'è: agli investigatori Kumar Raj ha raccontato di aver sposato Francesca Di Grazia in India e di aver subito continue richieste di denaro da parte della donna, in particolare di pretendere 8 mila euro per averlo aiutato a far entrare in Italia alcuni suoi connazionali. E per questo motivo minacciava di denunciarlo. Ad accorgersi che nel modesto appartamento qualcosa non andava, oltre ai vicini che la sera prima avevano sentito urla e grida, la nipote di Francesca che dal pomeriggio non riusciva a mettersi in contatto con loro. «Il telefono di casa squilla a vuoto - riferisce la donna agli operatori del 112 - e i loro cellulari sono inspiegabilmente spenti».
Fra le poche certezze che hanno messo i carabinieri sulla strada giusta: le donne hanno aperto al loro assassino, una persona sicuramente conosciuta, tanto da farla entrare all'interno senza timore. Kumar, appunto. Quando i militari del comando provinciale di Latina arrivano sul posto trovano la porta d'ingresso chiusa, infissi e finestre serrate dall'interno. L'auto parcheggiata davanti casa. Sono le 21,30: i vigili del Fuoco fanno irruzione nel bilocale. Lo scenario è da far accapponare la pelle.
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