Il giallo di Mirko morto a 2 anni. E il patrigno lo trovano impiccato

Sant’Antioco sotto choc. Il bimbo era con la mamma e il suo compagno. Poi tra i due scoppia la lite: lei colpita con un martello, lui si uccide

Il giallo di Mirko morto a 2 anni. E il patrigno lo trovano impiccato

Mirko, Daniela e Igor. Erano una famiglia sarda, agli occhi della gente di Sant’Antioco, nel Sulcis, apparentemente unita e tranquilla, senza problemi, che stava bene assieme. Ieri mattina invece è accaduto qualcosa che ha distrutto l’intero nucleo famigliare. Mirko, due anni e mezzo, è morto per cause non ancora chiarite. E dopo la morte del piccolo, che negli ultimi giorni era stato colpito da una grave forma febbrile, nella casa umile di via Calafetta è accaduto qualcosa di terribile: Igor Garau, trent’anni, convivente di Daniela Sulas, ventidue, scultore di professione ma disoccupato e indigente, ha colpito con forza impugnando un martello la donna con la quale solo da poche settimane era andato a convivere. Igor, che non era il padre del bambino, si è dato alla fuga nelle campagne di Sant’Antioco. Forse temendo di avere ucciso Daniela si è legato una corda al collo e si è impiccato a un albero di fichi. Un contadino lo ha trovato penzoloni qualche ora più tardi. Daniela sanguinando è uscita da casa e ha incrociato il fratello di Igor che l’ha soccorsa e portata all’ospedale di Carbonia. Le sue condizioni non sono gravi: fino a ieri sera non era stata in grado, a causa del triplice forte choc subito, di raccontare quanto accaduto nella sua abitazione di via Calafetta.

La Procura di Cagliari ha innanzitutto disposto l’autopsia sul corpicino di Mirko per chiarire le cause della morte. In base a un primo esame esterno del cadavere del bambino non ci sarebbero segni di violenza, né recenti né più vecchie.

La sera prima della tragedia il padre di Mirko si era recato a casa di Daniela per portare degli antibiotici che servivano al bambino per curarsi. Probabilmente nulla lasciava presagire che poche ore più tardi il bambino sarebbe morto. Nonostante il forte disagio economico in cui vivevano Daniela, Igor e Mirko la loro vita sembrava scorresse tranquillamente. Lui aveva fatto richiesta di lavoro a una cooperativa ma ogni giorno la coppia, che era seguita da un assistente sociale, andava a ritirare in Comune i buoni pasto che gli consentiva almeno di potersi sfamare. In attesa del racconto ai pm dell’unica testimone sopravvissuta a questa tragedia, gli inquirenti un po’ di materiale che potrebbe essere utile all’indagine lo hanno raccolto attraverso i profili di Daniela e Igor su Facebook. Garau raccontava sul social network la sua forte passione per l’arte e l’archeologia, anche la difficoltà a trovare lavoro e quindi a poter consentire una vita dignitosa a se stesso e alla sua compagna. Daniela nei suoi post non perdeva occasione per esprimere la propria convinzione ad aver messo al mondo il suo bambino nonostante fosse ancora in giovane età. «Un figlio stupendo. E questo mi rende felice. Mi dicevano: pensaci bene prima di fare un bambino, ma adesso che ho Mirko so che lo rifarei altri miliardi di volte». Ma poi c’è anche qualche parola amara: «Quando una coppia si lascia non è mai colpa di uno solo ma di tutti e tre». Sant’Antioco è una località sconvolta per la tragedia. Qualcuno ha portato fiori bianchi davanti all’edificio dove vivevano Igor, Daniela e Mirko. Il paese difende la memoria dello scultore e del bambino.

«Igor e Daniela erano due persone tranquille, due bravi ragazzi, non sappiamo che cosa sia accaduto, ma adesso Sant’Antioco è in lutto e piange per Mirko e il compagno della madre», dice una donna. L’autopsia del bimbo dovrebbe essere eseguita oggi da un perito nominato dal pm.

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