Roma - Sarà mercoledì il voto della Giunta per le elezioni del Senato sulla relazione di Andrea Augello (Pdl) sulla decadenza di Silvio Berlusconi da senatore. Se, com'è probabile, verrà bocciata la proposta del relatore di convalidare l'elezione del Cav, sarà nominato un sostituto sul fronte avverso.
«Mi pare chiaro che il Pd non sarà illuminato sulla via Damasco - conferma Augello - e che dunque mercoledì voterà la decadenza di Berlusconi. È difficile che questa situazione non produca conseguenze politiche». Quanto all'ipotesi dimissioni del Cavaliere, per lui è «l'ultima cosa che farebbe».
A questo punto, ci saranno 10 giorni per la convocazione in seduta pubblica della Giunta e a fine mese il Cavaliere o i suoi legali potranno intervenire per la difesa. Ancora un giorno, prima che i 23 membri si ritirino in camera di consiglio per esprimere il secondo e ultimo voto.
E questa sarà la richiesta che la Giunta presenterà con una relazione al presidente del Senato. Sarà Pietro Grasso a convocare una riunione dei capigruppo per fissare il giorno in cui l'assemblea di Palazzo Madama potrà dire la parola finale sugli effetti della condanna definitiva a quattro anni di Berlusconi per frode fiscale. Con il terzo voto.
«Penso che si vada verso quello che tutti auspicavamo: che ci sia una condivisione di tempi e di regole per portare avanti quello che è nelle cose», commenta Grasso. E nelle cose vede, senza ombra di dubbio, l'uscita del leader del centrodestra dal Parlamento. Ci si avvicina celermente a quest'obiettivo, tanto che Augello dice di avere «la sensazione che sia in corso una inspiegabile gara tra il centrosinistra e la procura di Milano, a chi arriva prima».
La strada appare ora segnata, con le sue scadenze piuttosto ristrette, e il presidente della Giunta Dario Stefàno (Sel), le scandisce alla fine della seduta in cui, dopo giorni di tensioni tra Pd-M5S e Pdl, la Giunta ha ritrovato un accordo e all'unanimità ha fissato il calendario. «Siamo finalmente entrati nel merito», dice. Il Pdl non ha voluto impuntarsi. Spiega Elisabetta Casellati: «Adesso proviamo a programmare la discussione e vediamo se riusciamo a stare nei tempi. Va bene mercoledì».
Ieri è dunque iniziata con sei interventi la discussione generale sulla relazione di Augello. Ci si è aggiornati alle 15 di lunedì, con 19 iscritti a parlare, per proseguire martedì mattina. La sera di mercoledì a Sant'Ivo alla Sapienza si dovranno concludere le dichiarazioni di voto e si avrà il risultato.
A ribadire la linea di totale chiusura del Pd è in Giunta Felice Casson, nel primo intervento: «La decadenza non è né una sanzione penale né amministrativa, non si pone il problema della retroattività e la legge Severino è assolutamente in linea con la Costituzione e il diritto europeo». Poi aggiunge: «Secondo la Corte sarebbe il giudizio d'indegnità morale riferito dalla legge, ancorché successivamente alla realizzazione del fatto, alla condanna per determinati reati, a rendere illegittima la permanenza nell'incarico». E, comunque, per Casson la Giunta non avrebbe il potere di ricorrere alla Consulta, nelle vesti di giudice, né sarebbe ammissibile appellarsi alla Corte di giustizia Ue, come prospettato da Augello, per una materia che non è soggetta a obblighi europei. «Peccato non aver atteso la Corte di Lussemburgo - commenta Daniela Santanchè (Pdl) -. Se i partiti fossero seri, cambierebbero i membri della giunta che hanno già espresso il loro parere».
Per superare i contrasti e trovare l'accordo sulla data del voto, prima della riunione della Giunta sarebbe stata decisiva una riunione informale dei capogruppo del Senato.
Le distanze tra le forze politiche, d'altronde, erano minime. Anche il giorno prima a far saltare il tavolo sarebbero stati i grillini, che hanno abbandonato le trattative, chiedendo lavori ad oltranza, proprio mentre la posizione del Pdl si faceva più morbida sulla data.
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