ParmaChe l'aria in città stesse cambiando e non fosse solo la primavera è chiaro. Prima le apparizioni, sempre più frequenti, sulle tanto vituperate televisioni, poi le interviste concesse con inedito slancio, in primis ai media stranieri. Quindi le tensioni non risolte, se non girando i tacchi e arroccandosi nel palazzo, mentre il «suo» popolo ancora una volta scendeva in piazza a protestare contro i tagli agli stipendi di Polizia municipale e dipendenti pubblici. Il new deal del sindaco di Parma, Federico Pizzarotti, somiglia agli ultimi capitoli di un romanzo di formazione e al prologo del manuale del giovane politico. Lezioni di inciucio comprese. Certamente stupisce che la metamorfosi del sindaco sia già arrivata, in pochi mesi, allo stadio più approfondito e specialistico del flirt politico con gli avversari. Secondo quanto ipotizzato dal giornale on line Linkiesta, Pizzarotti sarebbe coinvolto in un tentativo di «passo a due» con il governatore della Regione Emilia Romagna, Vasco Errani per indorare la pillola ai grillini eletti a Roma affinché sostengano compatti Pier Luigi Bersani.
Un «cambio merce» vantaggioso, ma impensabile fino a poche settimane fa alla corte austera, autarchica ed estranea al compromesso di re Federico. Errani, in missione per conto di Bersani, avrebbe messo sul piatto un dossier e 3 milioni di euro per finanziare le Fiere di Parma, ente partecipato dal Comune per una quota del 30%, insieme a Provincia, Regione, Cariparma ed altri soci. A fare scalpore sarebbe però il ravvicinamento fra città e Regione: Parma, storicamente governata dal centrodestra, è sempre stata una mosca bianca sul naso rosso di una Regione ancor più rossa. Questo mancato allineamento ha spesso portato la petite capitale ad essere «trascurata» per non dire depennata in sede di concessione di finanziamenti. La linfa di nuovi euro potrebbe rimpolpare le casse del capoluogo grillino grazie a una bozza di documento che invita a raccogliere i progetti per il nuovo biennio dell'ente fieristico, «sostenendo - si legge su L'inkiesta - ed espandendo il livello di internazionalità delle manifestazione fieristiche della Regione».
Per Parma i 3 milioni potrebbero fornire copertura necessaria a legare al territorio Cibus, l'appuntamento principe per le Fiere di Parma che da sempre fa gola a Milano. Nota curiosa: per le fiere di Bologna il «bonus» sarebbe solo di un milione. Ecco allora che il favore dovrebbe essere controbilanciato da un'opera fine di persuasione e dialogo con i neo parlamentari di M5S affinché, senza il segreto dell'urna, sostengano l'azione del Pd al governo. Che l'ammiccamento avvenga sotto l'egida di un sindaco grillino sortisce un certa sorpresa. Pecunia non olet. E a Parma l'odore dei debiti che sfiorano il miliardo è acre quanto quello temuto dall'amministrazione a Cinque Stelle riguardo il nuovo inceneritore che, nonostante promesse pre e post elettorali, sta per accendere il forno.
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