Il governo dice ancora no al Regolamento sanitario internazionale dell'Oms e le opposizioni insorgono

Il ministro della Salute Orazio Schillaci ha comunicato al direttore generale Oms, Tedros Ghebreyesus, il rifiuto dell'Italia degli emendamenti 2024 al Regolamento Sanitario Internazionale ed è scoppiata la polemica politica

Il governo dice ancora no al Regolamento sanitario internazionale dell'Oms e le opposizioni insorgono

L'Italia ha deciso di seguire la linea del governo statunitense e, ieri, il ministro della Salute Orazio Schillaci ha comunicato al direttore generale Oms, Tedros Ghebreyesus, il rifiuto dell'Italia degli emendamenti 2024 al Regolamento Sanitario Internazionale ed è scoppiata la polemica politica.

"Ai sensi dell'articolo 61 del Regolamento sanitario internazionale (2005), per mezzo di questa lettera le notifico il rifiuto di parte italiana di tutti gli emendamenti adottati", è quel che ha scritto il ministro Schillaci nella sua missiva. "Le scrivo con riferimento alla sua comunicazione del 19 settembre 2024 sugli emendamenti al Regolamento sanitario internazionale (2025) adottati dalla 77/ma Assemblea mondiale della sanità con la risoluzione n.WHA77.17", si legge ancora nella lettera inviata dal ministro della Salute. Che poi conclude: "Come indicato dal comma 3 dell'articolo 55 e dal comma 2 dell'articolo 59 del Regolamento sanitario internazionale (2005), tali emendamenti entreranno in vigore a 12 mesi dalla sopra citata comunicazione, ovvero il 19 settembre 2025, eccetto per quelle Parti che avranno notificato al direttore generale dell'Organizzazione mondiale della sanità la loro decisione di rifiutare o di formulare delle riserve nei confronti dei citati emendamenti". Tali emendamenti, passati con 124 voti favorevoli e 11 astensione (tra cui quella dell'Italia) introducono il concetto di "emergenza pandemica" e di "maggiore solidarietà ed equità". "La storica decisione della 78esima Assemblea Mondiale della Sanità è il coronamento di oltre tre anni di intensi negoziati avviati dai governi in risposta agli impatti devastanti della pandemia di Covid-19, e guidati dall'obiettivo di rendere il mondo più sicuro e più equo nella risposta a future pandemie", aveva annunciato un comunicato dell'Oms.

Ora, le opposizioni parlando di "atto irresponsabile". Francesco Boccia, capogruppo dei senatori dem, attacca: "Che Giorgia Meloni e il suo governo abbiano scelto di genuflettersi all'ottuso sovranismo e al trumpismo non lo scopriamo certo oggi. Ma la scelta fatta dal ministro Schillaci riguardo al regolamento sanitario dell'Oms è assurda e pericolosa". Boccia parla di "decisione gravissima, che isola il nostro Paese dal contesto internazionale". E ancora: "Un colpo durissimo alla cooperazione internazionale in ambito sanitario". Secondo il piddino Boccia "l'esperienza del Covid dovrebbe averci insegnato qualcosa. E invece, alla faccia di qualsiasi buon senso, la destra italiana, per continuare a strizzare l'occhio al mondo no vax, cavalca un assurdo sovranismo che isolerà ancora di più il nostro Paese". Il capogruppo dei senatori Pd non ha dubbi e, rivolgendosi alla destra, dice: "Di fronte alle pandemie non ci sono confini dentro i quali chiudersi ma scelte che devono affidarsi alla scienza e alla solidarietà internazionale". Riccardo Magi, segretario di +Europa, rincara la dose: "Mentre il mondo si muove verso un approccio più coordinato e aggiornato per affrontare le emergenze sanitarie, il nostro Paese preferisce continuare ad applicare il vecchio Regolamento del 2005, rischiando di creare divergenze e complicazioni nei riconoscimenti internazionali dei certificati vaccinali". Magi, impensierito dall'idea che il governo voglia abbandonare l'Oms, attacca: "Giorgia Meloni avvia un pericoloso scivolamento dell’Italia verso l’autarchia sanitaria che espone il nostro Paese ai pesanti rischi in caso di pandemie globali”. Secondo l'esponente radicale, la scelta del ministro Schillaci potrebbe "ostacolare la collaborazione internazionale e mettere a rischio i cittadini italiani in caso di emergenze sanitarie globali, con possibili limitazioni e controlli più stringenti nei viaggi all’estero". E chiosa: "Una decisione, quella del governo, che mette a rischio la salute degli italiani".

Anche i parlamentari del Movimento 5 stelle delle commissioni Affari sociali di Camera e Senato contestano la decisione del governo: "All'Assemblea mondiale della sanità dell'anno scorso a Ginevra, i Paesi membri dell'Oms avevano adottato misure per rispondere alle emergenze di salute pubblica e per introdurre il concetto di 'emergenza pandemica' e 'maggiore solidarietà ed equità'. Concetti - si legge ancora nella nota - evidentemente contrari alle idee dell'amministrazione statunitense, che ha rifiutato gli emendamenti, seguita a ruota da Meloni, sempre pronta a genuflettersi davanti a Trump e a strizzare l'occhio a una rivisitazione antiscientifica dell'approccio sanitario". Secondo i Cinquestelle, "mentre si riempie la bocca di sovranità nazionale, il governo svende gli interessi nazionali e crea problemi ai suoi cittadini". Il rischio, per i parlamentari del M5S, il rischio è che gli italiani "in caso di nuova pandemia, potrebbero trovarsi in difficoltà nei viaggi internazionali, con la possibilità di subire limitazioni, controlli sanitari aggiuntivi, possibili quarantene o obblighi di rivaccinazione secondo i protocolli adottati da tutti gli altri. Evidentemente, - concludono - la lezione del Covid non ha insegnato niente a questa destra antiscientifica".

Pronta la replica della maggioranza che fa quadrato attorno alla scelta del ministro. Galeazzo Bignami, capogruppo di FdI alla Camera e membro della commissione d’inchiesta sulla gestione dell’emergenza Covid, attacca le opposizioni che hanno contestato la scelta del governo "di rigettare il nuovo regolamento sanitario che attribuiva all'Oms e al suo direttore poteri assoluti e insindacabili sulle politiche sanitarie in caso di pandemia". Secondo Bignami "i nostalgici dei lockdown, degli obblighi sanitari, del Green Pass e del duo Conte-Speranza, sbraitano per la sacrosanta decisione del Governo Meloni. Menomale che hanno perso le elezioni". Lucio Malan, capogruppo di FdI in Senato, nega che "questa decisione isolerebbe l'Italia dal punto di vista sanitario" dal momento che resta membro dell'Oms "solo con le vecchie regole, assai più ragionevoli e sarà sempre libera di aderire a iniziative dell'organizzazione ove le ritenga utili. Solo non sarà obbligata a farlo". Malan ricorda che "gli Stati Uniti da soli sono il primo mercato mondiale del farmaco e vantano un terzo dei brevetti farmaceutici e la stessa Italia è tra i primissimi al mondo in questa classifica" e, dunque, "si isolerebbero gli altri". Il capogruppo dei senatori meloniani spiega, inoltre che "in base a quegli emendamenti l'Italia avrebbe dovuto contribuire a finanziare la sanità degli stati meno sviluppati economicamente, cioè quasi tutti" e, pertanto, attacca e opposizioni che accusano il Governo di stanziare pochi soldi sulla sanità dovrebbe "anche se ha messo 10 miliardi più di quando c'erano loro", ma poi "vorrebbero finanziare la sanità degli altri". Malan, poi, chiosa: "In conclusione, Fratelli d'Italia sostiene che le decisioni sulla nostra sanità vadano prese dalle istituzioni democratiche italiane, espressione delle scelte dei cittadini. Evidentemente, questa sinistra vuole invece togliere agli italiani questa possibilità di scelta e darla in mano a una istituzione, il cui direttore generale, fortemente voluto dalla Cina, ha il potere assoluto e inappellabile".

Secondo la deputata Alice Buonguerrieri, capogruppo di Fratelli d'Italia in commissione Covid, infine, il governo ha fatto bene a riaffermare "il principio di sovranità nazionale anche per le politiche sanitaria" opponendosi all'entrata in vigore in Italia del nuovo regolamento e "ai maggiori poteri che l'Organizzazione mondiale della sanità (Oms) si sarebbe voluta attribuire nella gestione di eventuali future pandemie, inclusi lockdown, certificazioni sanitarie, restrizioni, farmaci, gestione dell'informazione e aspetti finanziari".

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