Il governo già frena sui tagli di Cottarelli a statali e pensioni

La spending review del commissario non piace al premier e al ministro Poletti: "Tocca a noi decidere". Anche la Camusso liquida il piano

Il governo già frena sui tagli di Cottarelli a statali e pensioni

Roma - Non è un caso che Matteo Renzi abbia detto che sarà il governo a scegliere come applicare la spending review, elaborata da Carlo Cottarelli. «Il commissario ci ha fatto un elenco, ma toccherà a noi a decidere», ha sottolineato il presidente del Consiglio.

Nel documento consegnato alle Camere ci devono essere misure che hanno fatto storcere il naso all'inquilino di Palazzo Chigi. Per esempio, il documento assicura 5 miliardi di risorse già nel 2014. Di questi, però, un terzo viene dall'introduzione di un'addizionale fiscale per i pensionati: 1,4 miliardi quest'anno, un miliardo nel 2015, 500 milioni nel 2016.
E la conferma di come il governo abbia accolto con un certo distacco il programma di Cottarelli viene da Giuliano Poletti. Il ministro del Lavoro ha ridimensionato il documento a «tabelle». «Il governo - ha precisato - deciderà le cose che vuole fare». Ed ha aggiunto: Renzi «ha detto che le pensioni non si toccano». Poletti ha poi sollevato qualche perplessità sul dato del pubblico impiego. Secondo Cottarelli, ci sarebbero 85mila statali di troppo nella pubblica amministrazione. A proposito di pensioni: ancora oggi viene speso 1,5 miliardi per le pensioni di guerra.

Non è finita. Il programma di revisione della spesa presuppone un risparmio “a regime” (vale a dire, alla fine del 2016) di 34 miliardi di euro. Di questi, però, 25,2 miliardi sono già assorbiti dal bilancio dello Stato: li hanno usati Letta e Saccomanni con l'ultima legge di Stabilità per coprire spese nel 2015 e 2016. Mentre i 500 milioni di tagli attesi quest'anno dalla spending sono aggiuntivi alle somme già comprese nel cosiddetto andamento «tendenziale di finanza pubblica».
Susanna Camusso ha liquidato il corposo lavoro di ricognizione della spesa, in realtà, introduce «tagli lineari». E le diverse organizzazioni di categoria (dai poliziotti agli handicappati) si sono scagliate contro lo schema. Nelle tabelle di Cottarelli, però, emerge che l'Italia registra un numero di addetti alla sicurezza superiore del 50% rispetto a quello di Francia e Germania.

Fra gli enti da cancellare, poi, oltre all'Ice, il documento prevede anche l'eliminazione dell'Enit (turismo), dell'Isfol (formazione) e dell'Aran (contratti pubblici). E suggerisce di tagliare le sedi periferiche di Prefetture, Agenzia delle Entrate, del Cnr, delle Soprintendenze. Tra le misure destinate a ridurre i costi della politica, Cottarelli suggerisce l'accorpamento dei Comuni con meno di 5mila abitanti. E mette in luce come, a partire dal 2009, le spese della pubblica amministrazione sono diminuite del 10%, mentre quelle degli organi costituzionali sono cresciute del 2,5%; ma senza calcolare il costo delle pensioni di deputati e senatori.

I trasferimenti pubblici alle imprese che potenzialmente possono essere ridotti - secondo Cottarelli - sono quelli all'agricoltura ed agroindustria e dello spettacolo. I primi crescono di 130 milioni in tre anni. Gli altri raddoppiano entro il 2016.

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